L’Ue non riesce a stare al passo di Usa e Cina, infatti rischia di perdere la sfida della competitività, anche se non può permetterselo. Non a caso l’ex premier italiano Mario Draghi è stato incaricato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen di realizzare un report sulla competitività in Europa. «L’Ue è sotto pressione, dobbiamo rilanciare la nostra strategia per restare al passo», ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis al termine dell’Ecofin informale a Gand, a cui ha partecipato anche Draghi, il cui rapporto sarà pronto a fine giugno. Intanto ha lanciato alcuni interrogativi ai ministri in sala. «Come tutti sappiamo, negli ultimi anni si sono verificati molti cambiamenti profondi nell’ordine economico globale. Questi cambiamenti hanno avuto diverse conseguenze. Una di queste è chiara: in Europa dovremo investire una somma enorme in un tempo relativamente breve», ha dichiarato Draghi, come riportato dal Corriere della Sera.
Invece, a porte chiuse ha invitato i ministri a osservare «i nostri principali concorrenti e agli Stati Uniti in particolare». L’ex capo della Bce ha evidenziato che il «divario è ovunque». Ad esempio, cita produttività, crescita del Pil, Pil pro capite. Per Draghi bisogna considerare in primis che «l’ordine economico globale in cui l’Europa ha prosperato è scosso», in quanto si affidava all’energia russa, alle esportazioni cinesi e alla difesa americana. «Questi tre pilastri sono meno solidi di prima». A ciò si aggiunge la velocità sulla transizione verde, che «sta imponendo un senso di urgenza nel cambiare le nostre catene di approvvigionamento». C’è poi l’intelligenza artificiale e la velocità di cambiamento che ha impresso.
DRAGHI ALL’ECOFIN “SERVONO AZIONI CORAGGIOSE PER FINANZIARE TRANSIZIONE E DIFESA”
Secondo Mario Draghi le risorse pubbliche nazionali non saranno «mai» abbastanza per finanziare gli investimenti necessari all’Unione europea per affrontare le sfide che ha di fronte. Pertanto, bisogna «mobilitare il risparmio privato», convogliandolo verso «investimenti produttivi». Invece, a livello nazionale Draghi, riporta il Corriere della Sera, suggerisce di verificare quanto spazio concederà il nuovo Patto di Stabilità per questi bisogni. A livello europeo bisogna pensare ad un «fondo dedicato», a un «prestito» o a «partenariati pubblici e privati», con un ruolo della Bei. L’ex premier italiano ha ricordato che servono almeno 500 miliardi all’anno per la transizione verde e digitale, a cui bisogna aggiungere i fondi per difesa e investimenti produttivi. «Gli Stati Uniti hanno impiegato 2 anni per raggiungere il livello che avevano prima e noi 9 anni e da allora non siamo più risaliti», ha evidenziato l’ex presidente della Bce.
Draghi ha terminato il suo intervento precisando che servono «azioni coraggiose se vogliamo finanziare i costi della doppia transizione e della difesa e mantenere i nostri modelli sociali e la coesione sociale». Inoltre, il Corriere riferisce che lo staff di Draghi fa sapere che il confronto è stato «utile e ha aperto la strada a ulteriori contributi da parte dei ministri. Hanno chiarito che nei mesi a venire saranno necessarie molte discussioni». Ma sono anche emersi «diversi punti di vista su come affrontare la questione degli investimenti pubblici: a livello nazionale e sull’impatto che le nuove regole fiscali dell’Ue recentemente approvate avrebbero sullo spazio fiscale degli Stati membri». Discorso simile per il nuovo bilancio dell’Ue, che per Draghi va «strutturato per sostenere gli sforzi per gli investimenti nella doppia transizione».