Per l’economista e professor Giulio Sapelli la venuta di Mario Draghi per l’Italia è una manna assoluta da salutare con estrema positività: per uno dei più esperti e profondi conoscitori delle vicende europee – oggi intervistato da Libero Quotidiano – il Governo appena insediato potrà evitare all’Italia «il destino già capitato anni fa all’Argentina», ovvero lo spetto del default. «Eravamo entrambi nel consiglio d’amministrazione dell’Eni. Nei suoi interventi era sempre affabile, garbato, puntuale. Visto che non riuscivo a dimagrire mi mandava i biglietti con le diete. Ora dovrà mettere in riga l’Italia», spiega Sapelli ribadendo – come già aveva spiegato su queste pagine – che il paragone Draghi-Monti non può esistere sotto alcun punto di vista (economico, politico, culturale e ideologico).



L’esecutivo dell’ex n.1 BCE è un Governo del tutto politico, secondo il professore della Statale di Milano: «Draghi è un uomo della Prima Repubblica. Cerca il consenso non lo scontro. Conte era divisivo. Draghi unisce. Coltiva l’arte del compromesso. Mattarella, altro esponente della Prima Repubblica non ha avuto esitazioni a cancellare l’avvocato del popolo». Non democristiano ma socialdemocratico con riferimenti nel mondo cattolico e profondamente riformista: così lo “definisce” Sapelli, insomma l’esatto opposto del bocconiano Mario Monti.



SAPELLI: “ECCO COSA FARÀ DRAGHI”

La svolta positiva del Governo con Mario Draghi alla guida è da ritenersi tale anche per quanto “evitato”, ovvero un Conte-ter: l’ex Premier «è spuntato dal nulla. Frutto della mucillagine che avvolge i palazzi romani. Coltivava l’amicizia con i cinesi di Xi. Flirtava con Putin. I soldati russi a Bergamo come “sanificatori” non credo siano piaciuti. I nostri servizi segreti incaricati di coprire i traffici fra Mosca e Trump. Ad abbattere il governo Conte è stato Renzi. Ma l’onda è partita da molto più lontano». Con Draghi invece si cambia passo anche sotto il profilo delle “influenze” internazionali: «atlantista ed europeista» come ribadito nel suo discorso in Parlamento, «Draghi è un uomo potente. Apprezzato negli Usa. Temuto in Germania».



Interessante infine il prospetto “prossimo” dell’ex Governatore di Bankitalia: «finito a Palazzo Chigi, Draghi andrà Quirinale? Tornerà a casa. Potrebbe tentarlo solo un altro incarico in Europa». Secondo Sapelli dopo il Recovery Fund l’intero continente cambierà una volta per tutte: «L’Europa avrà una costituzione. Bisogna solo decidere se confederale o, come piace a me, federale sul modello Usa. A un impegno del genere Draghi non potrà sottrarsi. Soprattutto se, dopo aver salvato l’euro, avrà tirato l’Italia fuori dai guai», conclude il professore.