UCRAINA, LA REPLICA AL SENATO DEL PREMIER DRAGHI
«Sarà periodo lungo e futuro cambierà. Ora fare i conti con la Storia»: parte così la breve replica dal Senato del Premier Draghi, a seguito del discorso tenuto stamane a Palazzo Madama (qui l’intervento integrale). In attesa di ripetere il discorso alla Camera alle 15.30, il leader della maggioranza sottolinea la pregnanza del dialogo oggi, più che mai «La sensazione è quella di entrare in un momento esistenziale, in cui il futuro cambierà radicalmente. Da questa situazione si esce col dialogo, ma ho l’impressione che non sia il momento. Avete visto Macron? Secondo, terzo tentativo di parlare. E poi ogni volta le sue dichiarazioni sono smentite dai russi. Verrà un momento, occorre afferrrarlo, ma ora penso non ci sia».
Secondo Mario Draghi i tempi che viviamo oggi non permettono e non impongono di fare conti con il passato, «ma con la storia di guerre, massacri e dittatori che sta entrando nel nostro presente. Parlare del passato è inutile se ci divide, quel che abbiamo davanti ci deve unire, per conservare quel che abbiamo». Quando ci sono grandi cambiamenti, prosegue il Presidente del Consiglio nella replica al Senato, «la sensazione è di entrare in periodo completamente diverso di quanto visto finora, in questi momenti la prima pulsione è di fare i conti con se stessi e con gli altri, di dire ‘Io avevo visto giusto, tu no, ho ragione’ oppure dire ‘io ho sbagliato però per buoni motivi’. Ho la sensazione che questo sia marginale, non è il momento di fare i conti con se stessi e con gli altri ma di fare i conti con la storia, non quella passata ma di oggi e di domani». Concludendo il suo discorso davanti ai senatori, il Premier si riferisce direttamente al Presidente russo Putin: «ci vedeva inebriati dalla nostra ricchezza. S’è sbagliato, s’è sbagliato! Siamo stati, e saremo, pronti a reagire. E non perché vogliamo difendere un nostro espansionismo aggressivo, questo è quello che fa lui, noi lo facciamo per difendere i nostri valori!». L’Aula del Senato ha approvato la risoluzione bipartisan con 244 Sì, 13 No e 3 astenuti: con il Governo ha votato anche compatto l’intero gruppo di Fratelli d’Italia.
IL DISCORSO DI DRAGHI AL SENATO
«Tollerare una guerra di aggressione nei confronti di uno stato sovrano europeo vorrebbe dire mettere a rischio in maniera irreversibile la sicurezza e la pace in Europa. Non possiamo tollerare che questo accada»: così il Presidente del Consiglio Mario Draghi nel suo discorso al Senato per le Comunicazioni sulla guerra in Ucraina.
«L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia segna una svolta decisiva nella storia europea. Negli ultimi decenni, molti si erano illusi che la guerra non avrebbe più trovato spazio in Europa. Che gli orrori che avevano caratterizzato il Novecento fossero mostruosità irripetibili»; ebbene, secondo Draghi proprio le immagini di queste ore che arrivano da Kiev, Kharkiv, Maripol e dalle altre città dell’Ucraina «in lotta per la libertà dell’Europa segnano la fine di queste illusioni». La minaccia nucleare è preoccupante, ribadisce Draghi, «Gesto di attivazione della deterrenza nucleare da parte di Putin è grave, ma dimostra quanto la resistenza degli ucraini e le sanzioni inflitte alla Russia siano efficaci». Il Premier sottolinea l’eroica resistenza del popolo ucraino e del suo Presidente Zelensky, «ci mettono davanti una nuova realtà e ci obbligano a compiere scelte fino a pochi mesi fa impensabili». Draghi paragona l’invasione di Putin agli spettri del passato, dall’annessione dell’Austria, all’occupazione della Cecoslovacchia e all’invasione della Polonia. Draghi non se la prende con la Russia e con i russi, ma con i gruppi di potere che reggono la Federazione: «Il disegno revanscista del Presidente Putin si rivela oggi con contorni nitidi, nelle sue parole e nei suoi atti. Conseguenze mai sperimentate prima nella storia chi osa essere d’intralcio all’invasione dell’Ucraina, e il ricatto estremo del ricorso alle armi nucleari, ci impongono una reazione rapida, ferma, unitaria». Il Premier annuncia il rischio nei prossimi anni di almeno 18 milioni di potenziali profughi in fuga dalle zone di guerra in Est Europa che avranno bisogno di assistenza umanitaria: per questo motivo, Draghi annuncia la possibilità di attivare la regola specifica per estendere ad un anno di tempo (rinnovabile) l’asilo dei profughi in Europa, senza «ingaggiare le onerose regole su asilo di cittadini extra Ue». Elencando gli interventi presi dal Governo sul Decreto Ucraina – invio armi, soldati, rafforzamenti basi Nato e accoglienza profughi – il Presidente del Consiglio ribadisce la necessità di trovare al più presto una soluzione pacifica: nel frattempo però, «A un popolo che si difende da un attacco militare e chiede aiuto alle nostre democrazie, non è possibile rispondere soltanto con incoraggiamenti e atti di deterrenza. Questa è la posizione italiana, dell’Unione Europea, dei nostri alleati», conclude Draghi dopo aver illustrato le problematiche sull’energia e il gas per i prossimi mesi, «nell’immediato non si vedono rischi per le forniture di gas, ma non possiamo essere così dipendenti dalle decisioni di un solo Paese. Fra le ipotesi raddoppio gasdotto TAP».
ATTESE LE COMUNICAZIONI DEL PREMIER DRAGHI
Sono attese per questa mattina e nel primo pomeriggio le Comunicazioni del Presidente del Consiglio Mario Draghi in Parlamento nel merito della guerra in corso tra Russia e Ucraina: il programma prevede il collegamento in diretta video streaming sui canali YouTube di Palazzo Chigi, Palazzo Madama e Montecitorio dalle ore 10 con il discorso al Senato e dalle ore 15.30 con la replica alla Camera dei Deputati.
In quanto “comunicazioni” è previsto poi un voto delle due Camere sulle parole del Premier Draghi: i capigruppo hanno già preparato una bozza di massima che sarà presentata a nome di tutta la maggioranza ma che dovrebbe essere votata anche da Fratelli d’Italia e dalle altre opposizioni (dubbi solo su Sinistra Italiana che non condivide l’invio di armi e soldati in Ucraina). La riunione dei capigruppo aggiornata a stamattina ha trovato la quadra sui punti da inserire nella bozza: «condanna dell’attacco all’Ucraina da parte della Federazione Russa; solidarietà con il popolo ucraino; disponibilità all’accoglienza dei profughi con relativi provvedimenti; sì a misure drastiche in generale e alle sanzioni in particolare, con sostegno alle imprese colpite dagli effetti della guerra in corso».
“COORDINAMENTO CON G7, UE E NATO”
Nel testo preparato con il discorso di Mario Draghi ci sarebbe anche espressa – secondo le fonti ANSA – la necessità di continuare a perseguire ogni tentativo per una soluzione politico-diplomatica, visti i gravi rischi che porterebbe con sé per l’intera Europa un’escalation del conflitto. Come ha spiegato ieri il leader della Lega Matteo Salvini, «Sulla Ucraina la Lega voterà le mozioni unitarie sia a Roma che a Bruxelles. La Lega invita alla cautela auspicando che alle bombe si sostituisca la diplomazia». Dopo il confronto in video conferenza lunedì sera tra Draghi e i leader di G7, Nato e Ue la nota di Palazzo Chigi ha sottolineato come i leader «abbiano concordato di mantenere il più stretto coordinamento sugli sviluppi del conflitto russo-ucraino e le misure da intraprendere. Sono state passate in rassegna le iniziative sinora adottate per sostenere l’Ucraina sul piano umanitario, economico e militare, le decisioni attuate in ambito Nato e le sanzioni disposte nei confronti della Russia». Il discorso di oggi nelle Comunicazioni al Parlamento ribadirà i punti principali dell’informativa del 25 febbraio, aggiornerà sullo stato delle sanzioni previste dagli organi occidentali contro la Russia e inquadrerà la situazione economica ed energetica per il nostro Paese delineata nel duplice Decreto Ucraina approvato negli ultimi due CdM. Lo scorso 27 febbraio, in merito al pacchetto di misure presentato dalla Commissione Europea sulla crisi ucraina, il Premier aveva così commentato: «L’Italia dà il suo pieno e convinto appoggio al pacchetto di misure contro la Federazione Russa presentato oggi dalla Commissione Europea. L’aggressione dell’Ucraina è un atto barbaro e una minaccia per tutta l’Europa. L’Unione Europea deve reagire con la massima fermezza».