Il premier Mario Draghi ha incontrato ieri il presidente francese Emmanuel Macron. «Salut, Mario!», l’accoglienza dell’inquilino dell’Eliseo all’arrivo del nostro Primo Ministro, per poi lasciare spazio ad un abbraccio lungo e affettuoso, sintomo di un’amicizia che dura da anni e di un’unità di vedute che è risaputa. Draghi è sbarcato all’ombra della Tour Eiffel, come ricorda il Corriere della Sera, per aprire il meeting dell’Ocse che vede l’Italia come presidente di turno.



Ovviamente il vis a vis con Macron è servito anche per affrontare altre questioni, a cominciare dal sostegno all’Ucraina, al rafforzare l’economia dell’UE su difesa e energia, fino alla volontà di rinsaldare ulteriormente le relazioni Parigi-Roma dopo il Trattato del Quirinale. Un incontro che ha fatto anche da apripista al Consiglio Europeo dei prossimi 23 e 24 giugno, in cui Draghi conta di incassare l’imposizione di un tetto al prezzo del gas, chiedendo quindi il sostegno di Macron, e proponendo anche un nuovo “fondo di guerra” da alimentare con i 220 miliardi di euro non spesi dal Recovery Plan pandemico.



DRAGHI DA MACRON: LA QUESTIONE UCRAINA PREGNANTE

L’obiettivo è quindi quello di rilanciare con forza la risposta europea alla crisi di guerra a cui secondo Draghi «i bilanci nazionali non possono far fronte», una sorta di Recovery 2. Come sottolinea il quotidiano di via Solferino: “Al Consiglio Ue la Germania, l’Olanda e gli altri «falchi» del Nord richiameranno alla prudenza sul ricorso al bilancio comunitario”, e Draghi “dovrà lottare per ottenere finanziamenti a tassi calmierati sul modello dei fondi Sure, vitali per «attenuare l’impatto dei rincari energetici”, ma con il sostegno di Macron.



Nel bilaterale di ieri Draghi ha provato anche ad ammorbidire la posizione di Macron in merito all’ingresso nell’Ue dell’Ucraina, con l’aggiunta di Moldavia e Georgia, insistendo sul fatto che bisogna «muoversi uniti, con iniziative collegiali». Dal suo canto Macron continua a chiedere di «non umiliare Putin», puntando su un piano di pace che obblighi Zelensky a rinunciare ad alcuni territori conquistati dall’esercito russo. “L’obiettivo prioritario – conclude il Corriere – è lavorare insieme per rilanciare la diplomazia e aprire una strada ai negoziati, dopo la lucina accesa dall’incontro ad Ankara tra i ministri degli Esteri russo Lavrov e turco Cavusoglu”.