Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha svelato nella serata odierna i nomi dei 23 ministri che comporranno il nuovo Governo, prima del giuramento di questi ultimi, in programma alle 12 di domani, sabato 13 febbraio. Come si evince dalla formazione del nuovo esecutivo, la componente politica di questo esecutivo si mischia fortemente con quella tecnica e la convivenza potrebbe non essere così agevole, anche perché l’idea di Paese finisce inevitabilmente per intercettare pezzi di società molto importanti .



In particolari, vi saranno tre grandi sfide che il Governo Draghi dovrà affrontare: la prima consiste nel fornire una risposta all’Italia che rischia (quella delle partite IVA, dei lavoratori autonomi) e solo parzialmente aiutata dai ristori fino a questo momento. Poi, occorrerà capire cosa accadrà sul mercato del lavoro, mentre la transizione ecologica è giocoforza la porta stretta mediante la quale passerà il futuro dello Stivale. Non trascurabile anche l’innovazione digitale. Un dato statistico: Fratelli d’Italia è l’unico partito escluso dal Governo. (aggiornamento di Alessandro Nidi)



GOVERNO DRAGHI, I NOMI DEI MINISTRI

Il premier incaricato Mario Draghi ha sciolto la riserva che aveva formulato lo scorso 3 febbraio 2021 e deciso di accettare di formare il nuovo governo. Lo ha annunciato Ugo Zampetti, segretario generale della presidenza della Repubblica, spiegando che Draghi ha anche sottoposto le proposte relative alla nomina dei ministri. Inoltre, ha comunicato che il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha firmato i relativi decreti. Il giuramento dei ministri è fissato alle 12 di domani, sabato 13 febbraio. Fa seguito la comunicazione di Mario Draghi alla stampa per la comunicazione della lista dei ministri del governo, partendo da quelli senza portafoglio: Federico D’Inca ai Rapporti col Parlamento, Vittorio Colao all’Innovazione tecnologica e Transizione digitale, Renato Brunetta alla Pubblica amministrazione, Maria Stella Gelmini per gli Affari generali e le autonomie, Mara Carfagna al Sud, Fabiana Dadone alle Politiche giovanili, Elena Bonetti alle Pari opportunità e Famiglia, Erika Stefani per le disabilità, Massimo Garavaglia al Coordinamento di iniziative del settore del Turismo, che sarà preposto al nuovo ministero del Turismo con portafoglio.



I ministri con portafoglio sono Luigi Di Maio (Esteri), Luciana Lamorgese (Interno), Marta Cartabia (Giustizia), Lorenzo Guerini (Difesa), Daniele Franco (Economia), Giancarlo Giorgetti (Sviluppo economico), Stefano Patuanelli (Agricoltura), Roberto Cingolani (Transizione ecologica), Enrico Giovannini (Infrastrutture e Trasporti), Andrea Orlando (Lavoro), Patrizio Bianchi (Istruzione), Cristina Messa (Università e Ricerca), Dario Franceschini (Cultura), Roberto Speranza (Salute). Roberto Garofoli sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. (agg. di Silvana Palazzo)

MARIO DRAGHI ARRIVATO AL QUIRINALE

Mario Draghi

sale puntualmente alle 19 al Quirinale per sciogliere la riserva e comunicare al presidente della Repubblica Sergio Mattarella la nascita del nuovo Governo. Tutti i tentativi dei partiti di fargli arrivare indicazioni sui possibili candidati ministri di “bandiera” sono falliti. L’ex presidente della Bce li ha scelti in autonomia con il Capo dello Stato, nello spirito dell’articolo 92 della Costituzione. In attesa di conoscere la lista ufficiale dei ministri, alcuni nomi vengono già dati per certi: Luciana Lamorgese all’Interno, Marta Cartabia alla Giustizia, Dario Franceschini ai Beni culturali e Andrea Orlando al Lavoro, ma si parla anche di Vittorio Colao ministro della Transizione digitale.

Il Salone delle Feste del Quirinale è stato già preparato per accogliere una rappresentanza della stampa per la conferenza in diretta. I giornalisti, a causa delle restrizioni anti Covid, sono stati selezionati per sorteggio perché è stato ridotto il numero delle presenze, esattamente come accaduto per le consultazioni. (agg. di Silvana Palazzo)

NUOVO GOVERNO, DRAGHI ALLE 19 AL QUIRINALE

La notizia era nell’aria da diverse ore, pochi istanti fa è arrivata la conferma: il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riceverà oggi alle ore 19.00 il premier incaricato, Mario Draghi. L’ex presidente della Banca centrale europea scioglierà dunque la riserva e c’è grande attesa per conoscere la lista dei ministri e scoprire quando avverrà il giuramento.

Non è ancora chiaro se i ministri saranno tutti “tecnici” o se ci sarà un mix con i politici, questo lo scopriremo dopo l’incontro tra Mattarella e Draghi, l’unica cosa certa è che i partiti non sembrano aver ricevuto comunicazione. Molto abbottonato il leghista Riccardo Molinari ai microfoni di Rai 1: «Bisogna vedere se questo governo partirà e se faremo parte di questa maggioranza, non abbiamo ancora notizie. Draghi non ha ancora sciolto la riserva». (Aggiornamento di MB)

GOVERNO DRAGHI, ENIGMA LISTA MINISTRO

Tutto è pronto ma è ancora tutto fermo: il Colle attende nelle prossime ore la salita del Premier incaricato Mario Draghi, non appena sarà ultimata la lista dei Ministri ancora sostanzialmente sconosciuta tanto ai partiti quanto a noi giornalisti. Fonti del Quirinale riportano della possibilità concreta che nel pomeriggio Draghi possa discutere assieme a Mattarella la squadra di Governo, annunciandola poi alla nazione (in diretta video streaming dai canali ufficiali del Quirinale, ndr) e spostando così il giuramento ufficiale per la giornata di sabato mattina.

Da quel poco che si riesce a comprendere, la lista dovrebbe contenere un 50%-50% tra ministri uomini e donne, mentre nulla al momento “promette” una sicura presenza di figure politiche all’interno del prossimo Consiglio dei Ministri. La piena fiducia alle Camere avverrà martedì prossimo e solo lì il vero programma completo verrà reso noto, anche a quei partiti coi quali non starebbe affatto mediando per la squadra già in larga parte decisa da giorni. Ma allora perché tutta questa attesa? L’impressione è che vi siano ancora alcune caselle da riempire e su quelle, con ogni probabilità, stanno avvenendo le ultime telefonate del Presidente incaricato per definire al meglio gli ultimi dettagli. I numeri in Parlamento ci sono, anche se dopo la scissione maturata ieri tra Di Battista e il M5s potrebbero avvenire nuovi “addio” importanti in Aula per il primo voto di fiducia al Governo Draghi.

I PASSAGGI PER IL GIURAMENTO

Mario Draghi

nelle prossime ore salirà al Quirinale per sciogliere la riserva sull’incarico, ricevere il pieno mandato da Presidente del Consiglio e discutere così con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella la lista dei Ministri per il nuovo Governo: dopo due giri di consultazioni e dopo le posizioni ormai definite dei partiti, ieri l’ultimo appuntamento andato a buon fine con la votazione positiva della piattaforma Rousseau.

Le forze in sostegno al Governo Draghi ci sono, la bozza del programma (europeista, atlantista, atto a rivoluzionare Recovery Plan e piano vaccini) è stata presentata ai partiti e alle parti sociali, i numeri in Parlamento non dovrebbero avere grossi problemi con una maggioranza che si appresta a nascere ben più ampia e solida di quella che avrebbe dovuto sostenere il mai-nato Governo Conte-ter. Alla guida l’ex Governatore della BCE che in questi primi 10 giorni da Premier incaricato ha ascoltato molto, parlato pochissimo (con i media) ma illustrato con chiarezza le direttrici del proprio nuovo esecutivo: le tappe prevedono la discussione con il Capo dello Stato della lista dei Ministri, poi annunciati a breve giro fuori dalle sale del Quirinale. Nelle ore successive dovrebbe tenersi già il giuramento con tutti i Ministri dal Presidente Mattarella, mentre a Palazzo Chigi il tradizionale “passaggio della campanella” vedrà di fronte Giuseppe Conte e Mario Draghi: all’inizio della prossima settimana, al più tardi nella seconda parte, il discorso alle Camere del nuovo Presidente del Consiglio con voto di fiducia finale.

GOVERNO DRAGHI, CHI LO SOSTERRÀ

In attesa di conoscere i nomi del nuovo esecutivo Draghi, è ormai certo chi lo sosterrà e chi invece rimarrà all’opposizione nella restante parte della Legislatura: Partito Democratico, Italia Viva con Renzi, Movimento 5Stelle, LeU (in forse solo la componente di Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni, novità dovrebbero giungere nei prossimi giorni con la riunione dei gruppi parlamentari), centristi (CD-Maie-Europeisti), Azione-+Europa e dalle file del Centrodestra Lega, Forza Italia, Noi con l’Italia, Udc e Cambiamo!. All’opposizione del Governo Draghi – nato ricordiamo dall’appello ad un esecutivo tecnico di unità nazionale dopo il fallimento del Governo Conte-bis e del mandato esplorativo a Roberto Fico – resta solo Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni che ha definito «ammucchiata» la nascita dell’esecutivo tecnico-politico. Ieri la piattaforma Rousseau ha consegnato un M5s diviso (60 vs 40% i risultati digli iscritti 5Stelle) sul sostegno al Governo Draghi anche se la maggioranza alla fine ha seguito l’indicazione di Beppe Grillo, ottenendo (forse) la presenza del Ministero per la Transizione Ecologica considerato “essenziale” dai vertici M5s.

In serata l’annuncio “shock” di Alessandro Di Battista che annuncia l’addio al Movimento, deluso dal risultato del voto: «Rispetto il voto degli elettori  ma da ora in poi non parlerò in nome del M5s, perché il M5s non parla a nome mio. Questa scelta non riesco a superarla. Non posso fare altro che farmi da parte. Vedremo se un giorno o l’altro le nostre strade si rincroceranno». A domanda diretta al leader Matteo Salvini su eventuale coinvolgimento diretto nella squadra dei Ministri, la risposta è eloquente «lo spero, ma la Lega conta di partecipare»; stessa posizione anche per il Pd con la Direzione Nazionale che ieri ha confermato pieno fiducia e sostegno al Governo Draghi con però la richiesta del segretario Nicola Zingaretti di «figure politiche all’interno dell’esecutivo». Anche il M5s con Grillo e Di Maio sono giunte richieste di partecipazione politica nella nuova squadra del Premier Draghi, mentre per centristi, Italia Viva e Forza Italia non sono state fatte richieste o “veti” particolari sulla composizione dell’esecutivo.

LISTA MINISTRI: IL TOTO-NOMI

Abituati alle fiumane di “veline” o “fonti di Governo” degli scorsi due anni di legislatura con la gestione Conte-Casalino di Palazzo Chigi, i primi giorni del nuovo Presidente incaricato Mario Draghi hanno consegnato un sostanziale “silenzio tombale” su possibili anticipazioni per programma e squadra di Governo. L’impressione è che però le figure chiave del nuovo esecutivo saranno affidando ai “tecnici”, tenendo fede all’appello lanciato da Mattarella dopo il fallimento delle trattative per il Conte-ter: in una “lista al buio” al momento i toto-Ministri hanno provato a rappresentare una previsione delle scelte di Mario Draghi, ma tali rimangono anche a poche ore dallo scioglimento della riserva. Sul fronte “tecnici”, al Mef i nomi che si fanno sono quelli di Daniele Franco o Luigi Federico Signorini (Bankitalia), Ignazio Angeloni (Vigilanza BCE) o Dario Scannapieco della BEI, ma non si escludono neanche i nomi del presidente di Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini o l’economista Lucrezia Reichlin.

Al “super” ministero della Transizione Ecologica potrebbe essere Enrico Giovannini (ASviS), in alternativa si fanno i nomi di Federico Testa, presidente di Enea o Francesco Starace, ad Enel, mentre agli Esteri i nomi che si fanno sono quelli di Elisabetta Belloni o Marta Dassù. Per la Scuola il toto-nomi vede in pole position Patrizio Bianchi o la giurista Luisa Torchia mentre Claudio Graziano alla Difesa e Antonio Malaschini (segretario generale del Senato) ai Rapporti con il Parlamento potrebbero essere gli altri tecnici scelti da Mario Draghi. Per finire, Marta Cartabia alla Giustizia, il presidente Acli Roberto Rossini al WelfareLinda Laura Sabbadini per le Pari Opportunità.

Sul fronte politici invece, qualora il Presidente del Consiglio dovesse scegliere una formula con 3 M5s, 2 Pd-Lega-FI, 1 per centristi e Italia Viva i nomi che emergono sono quelli di “secondo piano” senza il coinvolgimento dei leader per evitare il “gioco” dei veti incrociati in Cdm. Per la Lega i nomi sono quelli di Giancarlo Giorgetti, Massimiliano Romeo o Riccardo Molinari, per il Pd Dario Franceschini, Lorenzo Guerini, Debora Serracchiani, Anna Ascani e Simona Malpezzi: Di Maio, Buffagni, Fico e Patuanelli per il M5s, Speranza per LeuTabacci per i centristi e il tris Bellanova-Rosato-Boschi per Italia Viva completerebbero il campo del Centrosinistra, mentre da Forza Italia sono Antonio Tajani, Andrea Mandelli, Anna Maria Bernini e Mara Carfagna i nomi che circolano negli ambienti parlamentari.