Prosegue il dibattito sulla lettera di Giuseppe Conte contro La Stampa e il direttore Massimo Giannini. L’ex presidente del Consiglio non ha risparmiato severe critiche al quotidiano del gruppo Gedi, accusato di scrivere falsità sul suo operato e di aver sposato con grande felicità il corso Mario Draghi. Un’esternazione che non è affatto piaciuta ai piani alti…



Come riporta Dagospia, Palazzo Chigi non ha accolto di buon grado la mossa di Conte e ce chi l’ha definita «un autentico autogol istituzionale», ma c’è anche chi parla di invidie e gelosie nei confronti dell’attuale primo ministro. Anche il capo dello Stato Sergio Mattarella è rimasto sorpreso, «è un eufemismo», dalla lettera sopra citata. Ma i guai per Conte non finiscono qui: idem con patate in casa Movimento 5 Stelle, dove Beppe Grillo non aveva già apprezzato il discorso del giurista all’assemblea pentastellata della scorsa settimana



CONTE NEL CAOS DOPO LA LETTERA CONTRO GIANNINI E LA STAMPA

Palazzo Chigi e Colle irritati dalla lettera di Conte, dunque, che deve anche fare i conti con la replica del direttore de La Stampa. Oggi Massimo Giannini ha dedicato una paginata per rispondere alle accuse dell’ex premier ed ha disintegrato la sua gestione della politica estera, rimarcando di non aver scritto alcun tipo di falsità sul suo giornale. Giannini è tornato sui due incontri ufficiali con Mohammed bin Zayed sulla Libia, definiti da quest’ultimo sostanzialmente inutili, e anche sul blitz del 17 dicembre per liberare i 18 pescatori mazaresi sequestrati sui libici, precisando successivamente che l’intera gestione della politica estera ha subito strappi di ogni tipo. Conclusione tranchant: «Concludendo, possiamo forse venirci incontro. Io prometto che non cadrò nella trappola dello zelo di cui scriveva Talleyrand, Lei prometta di non cadere nella Schadenfreude di cui parlava Schopenhauer. Non renderebbe un buon servizio al Paese. E soprattutto non La aiuterebbe nel compito impegnativo di cui si è fatto responsabilmente carico: e cioè (come Lei stesso mi scrive) «rifondare il Movimento 5 Stelle» e «renderlo pienamente idoneo a interpretare una nuova stagione politica». Segno evidente che finora non lo è stato».

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