È stata un’autentica lezione di economia quella tenuta stamane dal Presidente del Consiglio Mario Draghi all’Adunanza solenne di chiusura dell’anno accademico dell’Accademia Nazionale dei Lincei, a Palazzo Corsini. Con un intervento in diretta video streaming sui canali di Palazzo Chigi (qui sotto il video e il testo integrale, ndr), il Premier ha ribadito che la pandemia non è affatto finita e con essa anche le specifiche azioni che i Governi Ue dovranno mantenere per evitare di tornare in “depressione” affrontando anche l’attuale recessione con un impulso espansivo e non di austerity.
«Dopo mesi di isolamento e lontananza, abbiamo ripreso gran parte delle nostre interazioni sociali. L’economia e l’istruzione sono ripartite. Dobbiamo però essere realistici. La pandemia non è finita. Anche quando lo sarà, avremo a lungo a che fare con le sue conseguenze», spiega Draghi aprendo la sua “lezione” sul debito e le politiche necessarie all’Europa per uscire dalla morsa di Covid e crisi.
LA LEZIONE DI DRAGHI SUL DEBITO: VIDEO E TESTO INTEGRALE
«La crisi economica iniziata lo scorso anno non ha precedenti nella storia recente. Si è trattato di una recessione causata in gran parte da decisioni prese consapevolmente dai governi. Per prevenire una diffusione catastrofica del virus abbiamo dovuto imporre restrizioni che hanno portato alla chiusura di molti settori dell’economia. Non avevamo alternative», sottolinea ancora Mario Draghi davanti all’Accademia dei Lincei e al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (qui il testo integrale dell’intervento, ndr). Per diverse regioni, ribadisce il Premier, «È molto probabile che, per diverse ragioni, questa fase di crescita del debito, pubblico e privato, non sia ancora terminata. Dobbiamo fronteggiare l’emergere di nuove e pericolose varianti del virus. Rimaniamo pronti a intervenire con convinzione nel caso ci fosse un aggravarsi della pandemia tale da provocare danni all’economia del Paese». Serve mantenere spese espansive per favorire la crescita, essendo però inflessibili nel non sprecare alcuna risorsa come invece avvenuto in passato: «La BCE ha indicato che intende mantenere condizioni finanziarie favorevoli. Con il recedere dell’incertezza, l’effetto espansivo della politica monetaria acquisirà ancora più forza. Famiglie e imprese sono più disposte a prendere a prestito e investire quando il futuro è più sicuro».
IL DEBITO BUONO
Nel passaggio più significativo della sua lezione, Draghi ritorna al concetto di “debito buono” e lo inquadra nell’ottica attuale: «Oggi è giusto indebitarsi, ma questo non è sempre vero. Questo mi porta a una distinzione a cui avevo accennato qualche mese fa, tra quello che chiamo ‘debito buono’ quello che chiamo ‘debito cattivo’. Ciò che rende il debito buono, o cattivo, è l’uso che si fa delle risorse impiegate», conclude Draghi, aggiungendo «Il debito può rafforzarci, se ci permette di migliorare il benessere del nostro Paese, come è avvenuto durante la pandemia. Ci può rendere più fragili se, come troppo spesso è accaduto in passato, le risorse vengono sprecate. Il debito può unirci, se ci aiuta a raggiungere il nostro obiettivo di prosperità sostenibile, nel nostro Paese e in Europa. Ma il debito ci può anche dividere se solleva lo spettro dell’azzardo morale e dei trasferimenti di bilancio, come ha fatto dopo la crisi finanziaria». Su come infine utilizzare il debito pubblico in maniera “buona”, Draghi si dice certo: «il debito che serve a finanziare investimenti pubblici ben mirati; il debito che permette di assorbire gli shock esogeni come la difesa da una guerra o, appunto, una pandemia; il debito utilizzato per fare politica anticiclica».