LA PRIMA INTERVISTA DI MARIO DRAGHI DA PREMIER

«Non sono stanco e non ho alcuna intenzione del genere. Ho però l’intenzione di governare, affrontare le emergenze secondo il mandato che il Presidente della Repubblica mi ha dato lo scorso febbraio. Questo è decisivo. Non bisogna governare per il potere fine a sé stesso. Tra l’altro, chi lo fa perde potere. Bisogna governare per fare le cose che servono all’Italia»: con queste parole Mario Draghi al “Corriere della Sera” – nella sua prima intervista ufficiale da quando è Presidente del Consiglio – annuncia l’intenzione di portare a termine la Legislatura, spiegando però di non avere alcuna intenzione a candidarsi successivamente.



«In un momento pieno di incertezze, di potenziali instabilità, di fragilità interne ed esterne, questo governo di unità nazionale continua a voler governare. Abbiamo fatto molto e lo abbiamo fatto insieme», spiega il Premier Draghi al direttore Luciano Fontana. Il distinguo viene però inserito a fine intervista, quando a domanda diretta sulla volontà di essere eletto in futuro Mario Draghi replica, «No. E estraneo alla mia formazione e alla mia esperienza. Ho molto rispetto per chi si impegna in politica e spero che molti giovani scelgano di farlo alle prossime elezioni, alle quali intendo tuttavia partecipare come ho sempre fatto: da semplice elettore». Tra l’altro, Draghi si lancia in una proposta che non passerà certo inosservata al mondo della politica: parlando delle difficoltà di quando è arrivato a Palazzo Chigi a fine febbraio 2021, il Capo del Governo sottolinea «Mi sosteneva la consapevolezza che se non fosse stato così non ci sarebbe stato di un Governo di unità nazionale, guidato da un Primo ministro esterno alla politica. Ma questo posto è per una persona scelta dagli italiani. Bisognerebbe che i Presidenti del Consiglio fossero tutti eletti. Queste sono situazioni d’emergenza, è bene essere consapevoli che sono situazioni particolari».



DRAGHI: “HO SENTITO PUTIN, NON VUOLE FERMARSI. GIUSTO DARE ARMI ALL’UCRAINA”

Un Draghi non eletto, ma un prossimo Premier eletto: serve cambiare la legge elettorale e non sarà facile viste le forti divisioni in seno alla maggioranza del Governo di unità nazionale. «Governo camicia di forza per i partiti? Sarà pure, ma quello che abbiamo realizzato insieme è moltissimo. Penso sia meglio concentrare l’analisi politica su ciò che è stato fatto e ciò che occorrerà fare». Il messaggio di Draghi ai partiti è netto e chiaro: «non sentitevi in una gabbia, progettate il futuro con ottimismo e fiducia non con antagonismo e avversità. Guardate ai successi che avete ottenuto in una situazione molto difficile. Ci sono tutte le ragioni per essere fiduciosi. Lo stesso incoraggiamento rivolgo anche a tutti gli italiani».



Dalla politica italiana ai guai della guerra e le prossime sfide internazionali: il Premier conferma l’intenzione di porre un tetto ai prezzi del gas (ma serve l’ok unanime di tutta l’Europa, e non è facile) e giustifica in maniera positiva l’invio di armi all’Ucraina. «I termini della questione sono chiari: da una parte c’è un popolo che è stato aggredito, dall’altra parte c’è un esercito aggressore. Qual è il modo migliore per aiutare il popolo aggredito? Le sanzioni sono essenziali per indebolire l’aggressore, ma non riescono a fermare le truppe nel breve periodo. Per farlo, bisogna aiutare direttamente gli ucraini, ed e quello che stiamo facendo. Non farlo equivarrebbe a dire loro: arrendetevi, accettate schiavitù e sottomissione», sottolinea ancora Draghi, pur contestando poco dopo la scelta di parole forti come “genocidio” usate da Biden, «Ci sarà modo e tempo per verificare quali parole meglio si confacciano agli atti disumani dell’esercito russo. Ciò detto, dobbiamo riconoscere che nei mesi scorsi, prima e durante l’invasione, l’intelligence americana aveva le informazioni che si sono rivelate più accurate». In riferimento al rapporto diretto con Putin, il Premier conclude la sua intervista con ben poca speranza che il Cremlino interrompa le ostilità: «Comincio a pensare che abbiano ragione coloro che dicono: è inutile che gli parliate, si perde solo tempo. lo ho sempre difeso Macron e continuo a sostenere che come Presidente di turno della Ue faccia bene a tentare ogni possibile strada di dialogo. Ma ho l’impressione che l’orrore della guerra con le sue carneficine, con quello che hanno fatto ai bambini e alle donne, sia completamente indipendente dalle parole e dalle telefonate che si fanno».