Nel pieno del dilagare della variante Omicron in mezza Europa, alla vigilia di Natale piuttosto inatteso è giunto l’articolo-lettera al Financial Times scritto ‘a quattro mani’ da Emmanuel Macron e Mario Draghi. Con l’uscita di scena di Angela Merkel, il Presidente di Francia e il Premier italiano rilanciano la sfida economica europea per il 2022 in arrivo: «Un piano di assunzione del debito, cioè un piano per trasferire una porzione dei debiti nazionali accumulati durante la pandemia dal bilancio della Banca centrale europea a un’agenzia europea di gestione del debito», scrivono i due leader nell’articolo apparso il 23 dicembre sul FT.
Nel discorso in ottica di modifica radicale del Patto di Stabilità, uno dei punti cardine rilanciati anche di recente nella conferenza stampa di fine anno dallo stesso Draghi, il piano italo-francese è quello di puntellare l’Eurozona cambiando la radice delle regole su deficit e debito pubblico. Non si tratta ovviamente di eliminare tout-court il debito accumulato da diversi Paesi dalla nascita dell’Unione Europea fino ad oggi, semmai di cancellare l’ultimo biennio 2020-2021 con le inevitabili spese accumulate per il contrasto alla pandemia da Covid-19.
IL PIANO (A LUNGO TERMINE) DI DRAGHI E MACRON
«La Commissione Europea ha lanciato una consultazione sul futuro delle regole di bilancio dell’UE e sono state avanzate proposte interessanti. Abbiamo bisogno di più spazio di manovra e di margini di spesa sufficienti per prepararci al futuro e per garantire la nostra piena sovranità. Il debito per finanziare tali investimenti, che certamente gioveranno alle generazioni future e alla crescita di lungo termine, dovrà essere favorito dalle regole di bilancio, dato che questo tipo di spesa pubblica contribuisce alla sostenibilità di lungo termine del debito», si legge ancora nella lettera di Draghi e Macron che “anticipa” l’imminente presidente francese al Consiglio Ue. Un futuro più sostenibile per tutti e senza quella “germanocentricità” con cui si è caratterizzata finora l’Ue: la strada lanciata dovrebbe avvenire sulla scia del Recovery Fund e di quei 800miliardi di euro stanziati con emissione di debito comune, «Le nuove proposte meriteranno discussioni approfondite, non influenzate da ideologie, con l’obiettivo di servire al meglio gli interessi dell’intera Unione europea». A corredo della lettera, Draghi e Macron hanno riportato l’allegato di un paper scritto da 4 economisti europei, tra cui due rispettivi consiglieri di Macron (Charles-Henri Weymuller) e Draghi (Francesco Giavazzi). I due leader scrivono nero su bianco della necessità di una revisione delle varie norme di bilancio esistenti oggi, «basata su un ancoraggio del debito a medio termine con una velocità di aggiustamento che dipende dalla quota di spesa dedicata agli investimenti pubblici per combattere le recessioni”. Una vera e propria “rivoluzione copernicana”». Da ultimo, la riforma-rivoluzione sul debito europeo passerebbe anche dalla revisione della regola sul rientro per chi sfora il tetto del debito-Pil: «Ogni anno, infatti, i Paesi “oltre-soglia” devono ridurre il debito di un ventesimo della quota eccedente», scrive Tito oggi su “Repubblica” cogliendo il punto del paper allegato da Draghi e Macron, «L’idea allora, è di modificare il regolamento che disciplina questo iter di “riparazione”. Una rivisitazione della regola del “ventesimo” da sostituire con una che si modelli su ogni singolo paese». In questo modo si potrebbe arrivare a distinguere una volta per tutte l’importo debitorio di ogni singolo Stato membro.