L’AUT AUT DEL PREMIER DRAGHI SULLA CRISI DEL GAS RUSSO

«Il prezzo del gas può essere scambiato con la pace? Cosa preferiamo?»: lo ha detto il Premier Mario Draghi in conferenza stampa di presentazione del Def, replicando ad una domanda sulle possibili implicazioni per l’economia italiana qualora realmente l’embargo del gas russo divenisse una realtà anche per il nostro Paese.



Sono purtroppo tante le conseguenze della guerra in Ucraina per l’Italia e l’Ue, come elencato ieri dal Presidente del Consiglio al termine del CdM: «È un momento importante perché l’Italia si trova attaccata da più fronte, inflazione, caro energia, mancanza materie prime, poi guerra, scelta geopolitica su quale campo stare: serve stare tutti insieme, da forze di Governo a forze sociali come sindacati e non solo». Se però con Germania, Francia, Spagna (e l’elenco è lungo) le posizioni sono nette e chiarificate su cosa fare in caso di improvviso stop al gas in arrivo dalla Russia, la posizione italiana finora è stata molto attendista, ben consci che la nostra economia dipende a strettissimo giro dal gas russo. Ieri è però stato posto a Draghi in conferenza stampa proprio un commento in merito all’eventualità che tali forniture venissero meno: l’aut-aut lanciato dal Presidente del Consiglio è stato questa volta netto. «Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace, vogliamo che di fronte a queste due cose scegliamo: meglio la pace o il condizionatore d’aria accesso o il termosifone al caldo?».



“EMBARGO, CARO GAS E FUTURO”: PARLA DRAGHI (E RISPONDE LA RUSSIA)

Per il Premier il punto da comprendere è quanto un Paese, un Continente, siano disposti a “sacrificare” per ottenere quella pace immediata che tutti (o quasi) vogliono: «al momento non c’è nessun piano di razionamento», ha spiegato Mario Draghi rispondendo alla domanda sulla posizione italiana circa l’ipotesi di embargo del gas (qui sotto il video della domanda e risposta di Draghi, ndr). «Noi fino ad ottobre siamo coperti dalle nostre riserve se si interrompesse oggi il gas russo. Noi andiamo con quello che decide l’UE, se ci propongono l’embargo noi saremo ben contenti di seguire, qualunque sia lo strumento che considereremo più efficace per permettere una pace», ha poi aggiunto il Premier dalla sala di Palazzo Chigi.



Certo, il punto da chiedersi ora – ha concluso Draghi – e se la sfida sul prezzo del gas, sull’eventualità di vederlo bloccato verso l’Italia e l’Europa, «possa essere scambiato con la pace». Draghi pone la scelta, invita a ragionare sulle conseguenze di entrambe le decisioni: «meglio la pace o il termosifone acceso, anzi aria condizionata accesa tutta l’estate? Questa è la domanda che ci dobbiamo porre». Quello cui invita il Premier è prendere la decisione più efficace, lo strumento più efficace, «per raggiungere la pace». Draghi ha poi ribadito che tra qualche giorno arriverà una proposta unitaria della Commissione Ue sul tema dell’energia, ma – ammette – «Non so se ci sarà sul prezzo del gas, ci sono punti di vista diversi fra noi la Germania e l’Olanda. Continuiamo a discutere, in Consiglio Ue di maggio sarà un punto di conclusione di questo dibattito e ci saranno proposte. Ma non possiamo solo aspettare in sede Ue, la nostra intenzione è andare avanti con provvedimenti”nazionali». Come prima replica russa alla posizione espressa dall’Italia, parla la portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova: «La posizione della leadership italiana sulle sanzioni alla Russia è indecente», attacca la collaboratrice di Lavrov riferendosi direttamente a Draghi, poi aggiunge «in questo momento difficilissimo probabilmente ha dimenticato chi ha teso a suo tempo una mano. E ora l’Italia, con tutta la sua leadership, è in prima linea in un attacco al nostro Paese. Questa non è la posizione dei cittadini italiani che scrivono di vergognarsi di chi li governa, di non associarsi a questa posizione, di comprendere la genesi di questa crisi, ma la dirigenza italiana ha preso posizione. Questa è semplicemente una posizione indecente».