Le Borse volano, lo spread corre sotto quota 140 e le banche nonostante i timori iniziali tengono bene e chiudono in positivo: dopo l’annuncio del nuovo QE da 20 miliardi al mese da novembre del presidente uscente di Banca Centrale Europea iniziano a vedersi le reazioni positivi dei mercati che attendevano da tempo uno stimolo “choc” della Bce stante la costante inflazione “bassa” e la debolezza generale dell’Eurozona. Interviene su Twitter il nuovo Commissario agli Affari Economici Ue Paolo Gentiloni e commenta positivamente l’intervento della Bce: «L’economia europea è ancora debole e, per questo, la Bce fa bene a rilanciare la politica monetaria a sostegno della crescita e invitare a politiche espansive i Paesi con maggiori spazi di bilanci». Il balzo è stato importante per le Borse anche se “contenuti” per la sempre presente preoccupazione sui caotici report internazionali sulla vicenda dazi Usa-Cina. Va detto che proprio dopo l’annuncio Bce, i mercati hanno visto con positività la decisione del Presidente Trump di rinviare dall’1 al 15 ottobre i dazi sulle merci cinesi per un controvalore di 250 miliardi di dollari.
BCE, “DEBOLEZZA EUROZONA, CI SONO RISCHI”
«Debolezza Eurozona si protrae e ci sono rischi»: così Mario Draghi a margine della conferenza stampa dopo l’ultima riunione del Consiglio direttivo della Bce. Taglio dei tassi e rilancio del Quantitative easing: queste le due misure più importanti annunciate nelle scorse ore, con il presidente italiano che ha tenuto a precisare: «Non abbiamo discusso dell’utilità del quantitative easing per i singoli Stati: il nostro pacchetto non permette ai Paesi di fare più deficit ed è nel rispetto del nostro mandato». E Piazza Affari svetta dopo la mossa di Draghi: Milano ha la performance migliore d’Europa, ma anche il resto delle Borse europee hanno segnato un notevole miglioramento. L’effetto Bce – sottolinea Il Sole 24 Ore – ha avuto ripercussioni anche su Wall Street, partita in rialzo in attesa della riunione del Fomc. L’economista ha poi tenuto a precisare nel corso del punto stampa che sarà «necessaria una politica altamente accomodante a lungo». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
DRAGHI, BAZOOKA DA 20 MLD AL MESE
Torna in azione il “bazooka” di Mario Draghi: l’ultimo consiglio direttivo della Bce ha varato un nuovo programma di quantitative easing (Qe), che prevede l’acquisto di bond per 20 miliardi di euro al mese e scatterà a novembre. In una nota, di cui dà conto l’ANSA, si legge che gli acquisti decisi oggi “dureranno tutto il periodo necessario a rafforzare l’impatto accomodante dei tassi” e il consiglio direttivo si aspetta che “finiscano poco prima rispetto a quando la Bce inizierà ad alzare i tassi”. La Bce ha anche tagliato il tasso su depositi a -0,50%, lasciando invariato il tasso principale (0%) e quello sui prestiti marginali (0,25%). E’ stato anche avviato un nuovo maxi-prestito a lungo termine alle banche dell’Eurozona, la scadenza naturale è stata estesa da due a tre anni e tassi più bassi sono stati previsti per le banche che prestano ai di sopra di una certa soglia. La Banca centrale europea “si aspetta che i tassi di interesse chiave della Bce rimangano ai loro livelli attuali o inferiori fino a quando non si vedranno le prospettive di inflazione convergere saldamente a un livello sufficientemente vicino, ma inferiore al 2% nel suo orizzonte di proiezione”. (agg. di Dario D’Angelo)
MARIO DRAGHI, TORNA QUANTITATIVE EASING?
In giornata Mario Draghi, Presidente uscente della Banca Centrale Europea, dovrebbe fare un nuovo annuncio al suo penultimo consiglio direttivo Bce prima della fine del mandato e del passaggio alla neo-Presidente Christine Lagarde: si parla di nuovi stimoli monetari per il Vecchio Continente, una sorta di ultima ondata di “quantitative easing” per provare a dare nuovo impulso ad un’economia europea troppo vicino a venti di crisi per l’inflazione sempre molto bassa e la Germania in “stop” economico come evidenziato dagli ultimi dati sull’Eurozona. Dopo che 8 anni fa il “super Mario” prese in mano la situazione lanciando politiche di liquidità per salvare le banche, comprando titoli di Stato dei Paesi più in difficoltà (Italia in primis, ndr) e scongiurando la deflazione con il QE, oggi la Bce è atteso ad un nuovo “schock” su tassi e stimoli che potrebbe essere come il canto del cigno per l’esperienza Draghi all’Eurotower. Secondo quanto riportato dal Sole 24 ore, oggi si attende una forte riduzione dei tassi sui depositi di 10 o 20 punti: «con una penalità da 50 o 60 punti sui soldi che parcheggiano a Francoforte» – spiegano invece su Repubblic Economia, «Draghi spera che le banche si convincano a immettere più denaro nel circuito economico, a riavviare la macchina quasi ferma delle imprese e dell’economia reale».
LE BANCHE PREOCCUPATE DA ANNUNCIO BCE
Questi possibili nuovi impulsi pronti ad essere annunciati nelle prossime ore dalla Bce se da un lato fanno festeggiare le Borse questa mattina, dall’altro fanno preoccupare e non poco le Banche. Gli istituti si sentono infatti “penalizzati” da possibili nuovi tagli dei tassi e in più vi sarebbero alcuni Paesi (Germania, Austria, Finlandia Olanda) che di fronte al quantitative easing non sarebbero lieti di vederlo riapparire, seppur per pochi mesi, sui conti europei. Ma è sui colossi di banche Ue che si muovono le maggiori perplessità: da Deutsche Bank – che però continua ad avere non pochi problemi da risolvere internamente – a Goldman Sachs, passando anche per l’Abi che in una lettera inviata al Governatore Bankitalia Visco e allo stesso Draghi avvertiva nelle scorse settimane «la necessità che la prosecuzione di una politica monetaria altamente accomodante sia accompagnata da misure che ne mitighino gli effetti negativi sulla redditività delle banche, quali, ad esempio, un sistema a più livelli per la remunerazione delle riserve».