La campagna vaccinale continua spedita, ma il premier Mario Draghi non è del tutto soddisfatto. Se a livello organizzativo è stata messa a punto una macchina in grado di correre, è dal punto di vista comunicativo che qualcosa è decisamente mancato. Tanta la confusione, basti pensare al caso AstraZeneca. Il retroscena riportato oggi da La Stampa parla ora di un Draghi irritato con il ministro della Salute Roberto Speranza perché lo ha costretto a sconfessare se stesso e a ribaltare la decisione sulla vaccinazione eterologa. Il 13 giugno scorso, al termine del G7 della Cornovaglia, si disse sicuro che dopo il pronunciamento di Speranza le vaccinazioni sarebbero andare avanti in maniera spedita. Quello era il giorno del via libera all’obbligatorietà del mix di vaccini per gli under 60 che hanno ricevuto AstraZeneca come prima dose. Una settimana dopo tutto è cambiato e il premier è stato costretto a rimangiarsi le sue parole (“Ora è stato chiarito tutto”).



Evidentemente non era stato chiarito tutto. Nella conferenza stampa convocata poi in fretta, e senza preavviso, dopo il viaggio a Barcellona, si percepisce tutto il nervosismo. Secondo il quotidiano piemontese, era dovuto proprio al ministro Speranza.

DRAGHI-SPERANZA, IL RETROSCENA SULLO STRAPPO

Il premier Mario Draghi era già andato in rotta di collisione col ministro della Salute Roberto Speranza già riguardo la necessità di prorogare o meno lo stato di emergenza. Senza dare colpe in maniera esplicita, ha ammesso che c’è stata “confusione”, senza prendere in considerazione l’ipotesi di usare un altro termine. Il riferimento è alla confusione delle autorità sanitarie, da una parte il ministero che ha imposto l’obbligo della vaccinazione eterologa, dall’altro l’Aifa, che invece sarebbe stata più prudente. Draghi era convinto che il caos sulla somministrazione di AstraZeneca agli Open Day, anche agli under 60, sarebbe rientrato facilmente dopo la decisione del ministro Speranza. Ma non è andata così. E a Draghi non piace sbagliarsi. Quindi, ha strappato la consuetudine di non convocare mai all’ultimo e d’urgenza la conferenza stampa dopo aver visto i dati del crollo improvviso di vaccinazioni. Ha parlato a Roma, non a Barcellona, perché voleva al suo fianco il commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo e il ministro Speranza. Quindi, ha ribaltato la decisione del ministro lasciando libertà di scelta. Stando a quanto riportato da La Stampa, prima e dopo la conferenza stampa avrebbe insistito sulla comunicazione e ha dato l’ordine di far partire la campagna con i testimonial vip, chiedendo per il futuro chiarezza e precisione.



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