Le Regioni la spuntano con il Governo sulla scuola: in presenza solo il 60% degli studenti. Quindi, non al 100% da subito, come avrebbe voluto il premier Mario Draghi. L’intesa prevede il ritorno dal 60% al 100% nelle superiori in zona gialla e arancione, tra il 50 e il 75% in quelle rosse a seconda del grado di preparazione delle regioni. E la ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini alza i toni ai microfoni de La Stampa: «Sarebbe bastato allungare l’anno scolastico come aveva detto il premier Mario Draghi in Parlamento, invece i sindacati non hanno voluto. Per colpa loro ci dobbiamo inventare le metropolitane che volano». Ora il problema, infatti, è il trasporto pubblico. «In questi mesi non si è fatto nulla e le gare presentate dalle regioni per acquistare mezzi in più vanno a rilento».



La stoccata sulle scuole al Governo Conte è arrivata anche tramite i microfoni di RTL: «Il governo vuole riaprire le scuole, lo farà e tende al 100 per 100 della presenza di studenti, ma c’è un problema che riguarda i trasporti, e che il governo precedente ha un po’ dimenticato».

GELMINI SU COPRIFUOCO E REGIONI IN ZONA GIALLA

La parola d’ordine resta gradualità, anche per quanto riguarda le riaperture. Mariastella Gelmini lo ha sottolineato anche in riferimento al coprifuoco: «Evoca brutte cose, e non vediamo l’ora tutti noi di allungare l’orario e di poterlo poi abolire, ma tutto si tiene in una gradualità e in una progressività». Il ministro per gli Affari regionali ha spiegato che si potrebbe poi passare gradualmente alle 23 e poi alle 24, per poi togliere del tutto il coprifuoco. Quando, però, non è chiaro. «Non c’è il partito delle aperture e il partito delle chiusure, dobbiamo essere tutti insieme contro il virus. Non c’è un pezzo di politica contro l’altro, c’è un mondo intero in lotta contro il Covid. Siccome il Covid c’è, rimane e circola, dobbiamo fare grandissima attenzione». Le decisioni spettano al Consiglio dei ministri: «Ci confronteremo, ma c’è volontà di allentare le misure gradualmente senza permettere al virus di ripartire».



Riguardo il passaggio delle regioni in zona gialla, ritiene che possano essere più di 11. «E questo ci rallegra, perché significa che c’è una riduzione dei contagi, dell’occupazione delle terapie intensive e che l’Rt è stabilmente sotto l’1. Ma non è un liberi tutti, lo ribadisco perché abbiamo già commesso errori in buona fede in passato, passando da ondata all’altra».

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