Arriva di rito la smentita di Palazzo Chigi al retroscena sul possibile “siluramento” di Speranza da parte del Presidente del Consiglio: «Draghi non vuole cacciarlo». Eppure, come assicurano fonti di rilievo di Articolo1-Mdp (il partito di Speranza, Bersani e D’Alema) al quotidiano online TPI, che il Ministro della Sanità sia sotto assedio non è un fatto nuovo, «ma da qui a dire che Speranza sia in bilico o che rischi addirittura la poltrona ce ne corre».
Sempre il ThePostInternazionale sottolinea con Marco Antonellis come nei giorni scorsi l’ex Segretario Pd Bersani abbia fatto visita a Draghi direttamente a Palazzo Chigi per “blindare” Speranza dagli attacchi della Lega e del Centrodestra: «La missione di Bersani è stata quella di far capire a Mario Draghi che Salvini non può andare avanti con il “doppio gioco”: da un lato votare tutti i provvedimenti del governo e poi però andare nelle piazze a dire il contrario», conclude Tpi rilanciando altre fonti di Palazzo Chigi «Draghi ha ribadito piena e completa fiducia nel suo Ministro della Sanità sia pubblicamente in conferenza stampa sia in colloqui privati. Vale la pena ricordare quanto detto da Mario Draghi recentemente in conferenza stampa».
“DRAGHI VUOLE CACCIARE IL MINISTRO”
«Ho voluto io il ministro Speranza nel Governo e ne ho molta stima»: così rispondeva il Premier Mario Draghi nell’ultima conferenza stampa dell’8 aprile scorso. Un pietra “tombale” sulle richieste pressanti del Centrodestra di mettere da parte il Ministro della Salute che ha gestito l’intera pandemia Covid fin dall’inizio del 2020: o così sembrava, dato che emerge sul Messaggero un retroscena di Marco Conti nel quale si rende concreto un “vociare” sempre più frequente dai palazzi della politica. Draghi non può direttamente “cacciare” i propri Ministri (può solo il Presidente della Repubblica), ma starebbe tentato di convincere il titolare della Sanità di avanzare dimissioni e accettare un nuovo incarico prima che la sua presenza sia un effettivo problema per la tenuta stessa della maggioranza e per il prosieguo della lotta al Covid-19.
Un po’ come avvenuto con Borrelli e Arcuri all’inizio del Governo Draghi (sostituti in rapido tempo con Fabrizio Curcio e Francesco Paolo Figliuolo), il Ministro “intoccabile” di Conte potrebbe essere prossimo all’allontanamento dal Cdm: «L’insofferenza della Lega e di FI nei confronti dell’unico esponente che ha gestito la pandemia con il governo Conte ed è rimasto al suo posto, Draghi pensava di poterla contenere spingendo al massimo la campagna vaccinale. Ma ora che i vaccini scarseggiano emergono ancor più alcune scelte sbagliate e per Draghi è venuto il momento che Speranza si faccia da parte anche se l’esponente di Leu resiste», scrive il Messaggero riportando fonti vicine al Governo.
SPERANZA VERSO L’ADDIO?
I motivi del “fastidio” che si fa sempre più crescente tanto nel Centrodestra quanto anche a Palazzo Chigi riguarda diversi errori compiuti dalla gestione Speranza negli ultimi 14 mesi: resta intatta la stima sulla persona Roberto Speranza – come ribadito da Draghi ma anche da Matteo Salvini in tempi non sospetti («è l’unico che è sempre venuto in Parlamento a metterci la faccia, a differenza del Premier Conte») – ma è sul suo operato che da tempo è nata la “fatwa” in parte dell’attuale maggioranza. Il mese di ritardo sull’allungamento dei tempi per la seconda dose di vaccino e l’eccessiva prudenza sulle riaperture sono solo gli ultimi punti all’ordine del giorno delle critiche al Ministro in quota Liberi e Uguali: il libro (ritirato in Italia) scritto in estate ha messo in evidenza tutta l’inconsistenza, a posteriori, del “metodo italiano” di gestire la pandemia.
Lockdown troppo lungo, mancato rafforzamento su tracciamento, fallimento App Immuni, errori clamorosi nel primo piano vaccinale, confusione sui priorità e fasce d’età, lentezza nelle decisioni, ordinanze su viaggi all’estero arrivate sempre in extremis, il “caso” Ranieri Guerra (con il presunto scandalo sul piano pandemico “copiato”): abbiamo elencato solo alcuni dei punti che sarebbero stati “raccolti” dal Presidente del Consiglio, convinto ormai che la cosa migliore potrebbe davvero essere l’uscita di scena di Speranza e il re-incarico ad altra mansione («in Europa o nell’Organizzazione mondiale della Sanità, in modo da rendere più facile il cambio di passo», annota il retroscena del Messaggero). La “goccia” traboccata sarebbero state le fortissime proteste di questi giorni di ristoratori e commercianti fin nei cortili dei palazzi del Parlamento e anche l’inchiesta sui respiratori polmonari in arrivo dalla Cina con la “garanzia” del fondatore di LeU, Massimo D’Alema. Draghi ha dato prova di gestire molto bene la fase di “sostituzione” e di “discontinuità” e al momento l’unico rimasto della gestione Conte è proprio Roberto Speranza: forse, ancora per poco…