Il film “Driven – Il caso DeLorean” è stato presentato al Festival di Venezia nel 2018. Il lungometraggio, diretto da Nick Hamm, racconta la vita di John DeLorean, imprenditore fondatore della nota casa automobilistica. La celebre automobile, conosciuta al grande pubblico soprattutto per essere stata protagonista di Ritorno al futuro, non ha avuto in realtà una via molto lunga. La storia vera ci dice che la casa automobilistica fu fondata nel 1975 ma durò appena nove anni. L’azienda produsse infatti solo il modello DeLorean DMC-12, divenuto famoso nella trilogia, ma nel 1984 smise la produzione.
John Zachary DeLorean nacque a Detroit nel 1925 da padre romeno, nato nel distretto di Alba e trasferitosi negli USA ad appena 20 anni. Dopo la nascita del primo figlio, l’uomo trovò lavoro presso la Ford Motor Company ad Highland Park. Nel frattempo aveva sposato la madre dei suoi quattro figli, mamma di John, originaria dell’Impero austro-ungarico. La donna, occupata presso la Carboloy Products Division della General Electric, ebbe una vita molto difficile con il marito violento, fino al divorzio.
Driven – Il caso DeLorean: la storia vera dell’imprenditore
John DeLorean svolse un master alla Chrysler e dopo aver lavorato per un periodo come assicuratore, trovò un lavoro alla Packard, azienda di alluminio. Fu poi assunto dalla General Motors dove contribuì in prima persona al salvataggio del marchio Pontiac, cambiando radicalmente l’immagine del brand. Il marchio raggiunse addirittura un terzo posto nelle vendite. Nel 1969 DeLorean entrò nella Chevrlet, che grazie a lui quadruplicò in pochi anni i profitti. Nel 1973 divenne vicepresidente della divisione auto e camion della General Motors per il Nord America, ma per alcune divergenze con i vertici fu costretto ad abbandonare l’azienda.
Nel 1975, l’imprenditore fondò la DeLorean Motor Company. Poco dopo, la sede dell’azienda si trasferì da Detroit a Irvine, in California. La casa automobilistica, che produsse solamente il modello DeLorean DMC-12, diventò molto famosa con Ritorno al futuro ma non ebbe un gran successo sul mercato. Nel 1984 smise infatti la produzione. Nel frattempo l’imprenditore aveva avuto a che fare con diversi guai giudiziari per un’accusa di traffico di cocaina, per la quale fu assolto nello stesso anno. Dopo l’esperienza fallita alla guida della propria azienda, non rientrò mai nel settore automobilistico.