In occasione della Giornata dell’Onu contro la Droga, sono stati diffusi alcuni dati allarmanti in merito al consumo di sostanze stupefacenti nel mondo. È emerso che quest’ultimo, in un decennio, è aumentato del 20%, con 292 milioni di persone coinvolte. La maggior parte di queste, come riportato da Vatican News, fanno uso di cannabis (228 milioni), poi in ordine oppiacei (60 milioni), anfetamine (30 milioni), cocaina (23 milioni), ecstasy (20 milioni).
L’Ufficio competente in materia alle Nazioni Unite, nel suo report, ha anche avvertito in merito a quelli che sono i nuovi rischi del fenomeno, tra cui ad esempio la diffusione degli oppiacei sintetici come i nitazeni provenienti dall’Oriente, che sono facili da produrre e costano poco, ma con conseguenze notevoli. Ma non solo, perché anche le sostanze stupefacenti più note e comuni continuano a farsi strada. È il caso della cocaina, che ha raggiunto di recente il suo record storico di produzione con 2.700 tonnellate, complice il coinvolgimento di Paesi in Africa e Asia.
L’appello di Papa Francesco e della Chiesa contro la droga
La battaglia contro la droga va avanti sotto diversi fronti e tra questi c’è anche quello della Chiesa, con Papa Francesco che in occasione della Giornata dell’Onu sul tema ha ricordato in Udienza generale come “la prevenzione” sia “la via proritaria a contrasto dell’abuso” insieme al “recupero”. Nell’ambito dell’assistenza a coloro che non riescono ad uscire dal tunnel però c’è ancora molto da fare, dato che i numeri forniti dalle Nazioni Unite rivelano che solo una persona su 11 di quelle che soffrono di questa dipendenza vengono prese in cura dai sistemi sanitari. Se si considerano le sole donne, il dato si abbassa addirittura a una su 18.
Il Pontefice, su X, è poi tornato a parlare dell’argomento, puntando il dito su coloro che incrementano questo business, a discapito dei malcapitati che ci finiscono dentro: “Quanti trafficanti di morte ci sono, spinti dalla logica del potere e del denaro ad ogni costo! La piaga della droga, che produce violenza e semina sofferenza e morte, esige dalla società nel suo complesso un atto di coraggio”, ha scritto.