Droga in carcere, la rivelazione di una detenuta

La Croix, quotidiano francese, affronta lo spinoso tema della droga nelle carceri francesi. Si parte dalla rivelazione, nel corso di un processo, di un’imputata. Su domanda del giudice se avesse smesso o meno con la droga, lei ha confessato: “Ci provo ma non è facile resistere. C’è molta cannabis in prigione. Entra dalle stanze delle visite, ci sono gli spacciatori. E tutti ne sono consapevoli, anche la dirigenza. A loro non importa, vogliono solo la pace”.



Solenn Lebret-Dalsalserra, dottoranda in sociologia carceraria al laboratorio di scienze sociali di Grenoble ha rivelato: “Mi è già capitato mentre camminavo nei corridoi di sentire l’odore della cannabis e persino di vedere detenuti con uno spinello in mano”. Non esistono ricerche a riguardo “Ma studi regionali, condotti negli anni 2010, suggeriscono che il 40% dei detenuti consuma cannabis, tra il 2 e il 7% di cocaina e tra l’1 e l’8% di eroina. In detenzione, un consumo ordinario per un detenuto è di circa due o tre spinelli al giorno” ha aggiunto.



Droga in carcere, “due o tre spinelli al giorno” per i detenuti

La prima modalità di ingresso della droga in carcere, resta il parlatorio. Le famiglie passano sotto un metal detector. La loro borsa passa invece in una macchina a raggi X ma gli stupefacenti non vengono rilevati. In carcere, un consumo ordinario per un detenuto è di due o tre spinelli al giorno. Per quanto riguarda i detenuti, questi possono essere perquisiti all’uscita dalle stanze ma è una cosa che abitualmente non avviene. Un’altra maniera di far entrare la droga in prigione sono i “lanci” effettuati dall’esterno nel cortile della passeggiata. Lì, inoltre, non sono presenti le guardie. Gli stupefacenti vengono infatti inviati oltre il muro perimetrale in piccoli pacchetti.



Sempre più spesso, la droga viene lanciata anche dai droni, come sottolineato da Wilfried Fonck. Alessandro Bouquet, Direttore del centro penitenziario di Avignone-Le Pontet, vicesegretario generale dell’Unione nazionale dei direttori penitenziari, ha affermato: “Sono molto infastidito da questo discorso su una presunta tolleranza per l’uso di droghe. Gli agenti penitenziari perquisiscono anche le celle e tutte le aree comuni”. Secondo La Croix, le istituzioni non hanno i mezzi per sanzionare tutto. “Con il 40% dei detenuti che consuma cannabis, sarebbero necessari interi team dedicati alle commissioni disciplinari, in particolare nelle carceri di custodia cautelare”, secondo Caroline Protais, sociologa dell’Osservatorio francese delle droghe e delle tossicodipendenze.