Nelle scorse ore si è verificato un attacco aereo ucraino tramite un drone, in quel di Sebastopoli, nota città della Crimea. L’aggressione, come riferito dai media internazionali, si sarebbe verificato tramite un UAV dell’esercito ucraino e avrebbe causato un vero e proprio inferno. Come si nota dalle immagini che trovate nel video qui sotto, in fiamme un’area di circa 1.000 metri quadrati dove sembrerebbe trovarsi un deposito petrolifero. Una conseguente enorme colonna di fumo nera si è stagliata nel cielo, con l’incendio che nel frattempo stava bruciando tutta la zona. Evacuati i cittadini che risiedono nelle zone vicine al rogo, e per spegnere le fiamme sarebbero intervenute ben 18 squadre che hanno impiegato ore per riportare la situazione sotto controllo.
Il governatore della provincia annessa alla Russia, Mikhail Razvozhayev, ha fatto sapere che sarebbe andato in fiamme un tank di carburante in quel di Sebastopoli, spiegando: “Un tank di carburante è in fiamme, secondo le prime informazioni l’incendio è stato causato da un drone”, così come si legge sull’agenzia di stampa russa Tass. La zona interessata sarebbe stata occupata dai Russi nel 2014 e la deflagrazione pare sia avvenuta nel quartiere di Cossack Bay (baia dei cosacchi).
DRONE UCRAINO COLPISCE DEPOSITO PETROLIO SEBASTOPOLI, ZELENSKY: “LA NOSTRA CONTROFFENSIVA…”
Dopo che le fiamme sono state in qualche modo limitate dall’intervento dei vigili del fuoco, è rimasto un enorme quanto inquietante fungo di fumo nero visibile da diversi chilometri di distanza da Sebastopoli. In concomitanza con gli eventi sono giunte le parole del presidente dell’Ucraina, Zelensy, che ha spiegato che «La controffensiva prevede la liberazione della Crimea», parlando con la tv pubblica finlandese Yle.
La Russia non sembra comunque impressionata e il ministero degli esteri, Serghei Lavrov, in un discorso ai partecipanti alla Conferenza mondiale online sul multipolarismo, ha spiegato: «Sembra naturale che gli sforzi di Washington e dei suoi alleati per invertire il corso della storia e costringere la comunità internazionale a rispettare un `ordine mondiale basato sulle regole´ siano falliti. Mi limiterò a citare il completo fallimento della linea degli occidentali per isolare la Russia. L’85% della popolazione mondiale non è disposto a tirare fuori le castagne dal fuoco per le ex metropoli coloniali».