La società Alpi Aviation srl di San Quirino, in provincia di Pordenone, è stata perquisita dalla parte della Guardia di finanza, sospettata di aver venduto dei droni all’Iran. Nei confronti del paese del Medio Oriente vige un severo embargo internazionale, di conseguenza la società di cui sopra pare abbia aggirato le norme attraverso la Turchia, come scrive Repubblica, ma ovviamente si tratta di supposizioni da dimostrare.
Alpi Aviation Srl progetta e vende materiali di armamento, ed è fornitrice ufficiale anche delle Forze Armate italiane, di Leonardo spa e di Finmeccanica, e dal 2018 è stata ceduta a delle società straniere. Il 75 per cento, infatti, appartiene ad un’azienda cinese con sede in Hong Kong, e gli amministratori sono tutti residenti in Cina “affiancati in Friuli – scrive Repubblica – “da una figura di prestigio nel campo dell’Aeronautica e non solo, l’ex comandante delle Frecce Tricolori e poi dirigente della Ferrari, Massimo Tammaro”, che non risulta essere indagato.
DRONI VENDUTI ALL’IRAN: IL COMMENTO DI CONFINDUSTRIA ALTO ADRIATICO
Numerose le reazioni del mondo imprenditoriale friulano alla notizia della perquisizione dell’Alpi Aviation Srl: “Da sempre – riferisce il presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti – sostengo la necessità di un’attenta vigilanza sull’acquisizione di aziende strategiche che, indipendentemente dalla dimensione, possono finire in mani cinesi. Tanto più in un periodo come questo, in cui la forte disponibilità finanziaria di una nazione come la Cina consente acquisizioni anche in condizioni di grande favore da parte dell’acquirente. E a maggior ragione quando si tratta di aziende che hanno a che fare con strutture sensibili per la sicurezza del Paese”. Il numero uno della Confindustria dell’Alto Adriatico si auspica che la società sotto inchiesta “peraltro inopinatamente passata in mani cinesi possa dare adeguate spiegazioni”. L’azienda era finita sotto la lente di ingrandimento già negli scorsi anni, scrive sempre Repubblica, per aver utilizzato la vicina aviosuperficie “La Comina”, di proprietà del demanio militare e del Comune di Pordenone, in maniera abusiva.