Drupi si racconta tra il debutto a Sanremo e le lezioni che ha imparato quando affiancava il lavoro da idraulico alla passione per la musica. “Il mio più grande difetto è che non ho mai accettato certe cose che uno dovrebbe accettare quando fa il nostro lavoro: piccoli compromessi e piccole cose – confessa Drupi, all’anagrafe Giampiero Anelli, ospite della trasmissione Bella Ma’ in onda su Rai 2 – Ho fondato un’etichetta discografica mia non per fare soldi, ma per essere libero”.



E sempre per inseguire la propria libertà svela che “a 14 anni il primo lavoro in una fabbrica a Pavia e sono scappato, a 17 anni ho iniziato a fare l’idraulico. L’ho fatto per quasi dieci anni e mi piaceva, mi è dispiaciuto un po’ lasciarlo per la musica”. Grazie al suo lavoro come idraulico ha imparato che “un impianto di riscaldamento funziona bene solo se lo fai bene e lo calibri in modo giusto, quindi se lavori con la testa. Anche la vita e soprattutto la musica funziona così”. Drupi racconta anche il suo esordio nella musica con il gruppo Le Calamite, nato un po’ per gioco: “in quel periodo notavo che tutti i ragazzi che salivano sul palco con i capelli lunghi cuccavano e volevo fare anch’io così per un anno o due, facendomi crescere i capelli e poi tornando a fare l’idraulico” confessa sinceramente a Pierluigi Diaco.



Drupi “se non crepi le difficoltà ti rafforzano. Grazie a Mia Martini…”

La carriera di Drupi non è sempre stata facile, soprattutto all’inizio. “Se non crepi, le difficoltà ti rafforzano. Le ho avute, quelle che succedono quando fai il cantante – racconta a Bella Ma’ – Dopo anni avevo deciso di smettere perché non succedeva nulla e mi dicevo che se dovevo fare musica nelle balere e sulle navi avrei continuato a fare l’idraulico”. Poi  l’inaspettata e decisiva svolta quando “un mio amico mi chiama per dirmi che avevo un pezzo fantastico da dare a Mia Martini per Sanremo, lui non lo sapeva cantare bene e quindi lo chiese a me. Faccio questo provino, lui la fa sentire a Mimì. Non so quale santo avessi in Paradiso ma lei quindici giorni prima decide di non voler fare Sanremo, l’etichetta discografica è nei casini e allora decidono di mandare me. Avevo 27 anni”.



A oggi, Drupi ammette che “non mi piace stare in televisione perché mi chiedono di fare cose che non sono mie, tipo fare il giudice o l’opinionista”, lamentandosi scherzosamente che “già faccio fatica ad avere un’opinione piccolina su me stesso!”.