Drupi, nome d’arte con cui Giampiero Anelli è riuscito a diventare uno dei più famosi ed apprezzati cantautori italiani, si è raccontato sulle pagine del quotidiano Avvenire. Una carriera iniziata quasi per caso, inseguendo un sogno in cui non credeva, mentre per fare qualche soldo era idraulico, “mi piaceva anche”, confessa, “al punto che pensavo sarebbe diventato il mio mestiere“. Fortunatamente, però, così non fu.



Drupi ricorda che “vivere di canzoni, allora voleva dire suonare nei night o imbarcarsi sulle navi crociera per mesi”, un sacrificio che non era disposto a fare, lasciando amici, parenti, affetti ed abitudini. Ma poi nel 1973 la sua vita intraprese una svolta inattesa, quando Enrico Riccardi lo chiamò “e mi disse ‘Ho una canzone per Mia Martini da portare a Sanremo, ma siccome è un blues mi faresti un provino?’. Accettai di corsa”, racconta Drupi, intraprendendo un viaggio che l’avrebbe portato, in breve tempo, alle vette delle classifiche italiane, dando il via ad una carriera che dura ancora a distanza di oltre 50 anni.



Drupi: “Sanremo fu un fallimento, ma divenni famoso”

Insomma, Drupi fece il provino per quella celebre canzone, destinata a Mimì. Lei “era entusiasta, ma dieci giorni prima del Festival decise di non partecipare e non ci fu verso di convincerla”. Per salvare il pezzo, Luigi Albertelli e Riccardi decisero di mandare lo sconosciuto (in quel momento) Anelli. “Io presento a Sanremo”, ricorda lui sulle pagine di Avvenire, “canto Vado via e mi sbattono all’ultimo posto“.

Un ultimo posto che avrebbe potuto inabissare la carriera di Drupi, ma ora, a distanza di tempo, ricorda che “poi ha venduto 9 milioni di copie e io da allora ho cominciato a girare il mondo senza mai smettere di fare questo mestiere”. Tutto, insomma, lo dovrebbe alla decisione di Mia Martini di non presentarsi al festival, permettendogli di consegnare alla storia della musica italiana un pezzo apprezzatissimo, e che durante quell’estate rimbombava in tutte le spiagge d’Italia. Ma non solo, perché Drupi ricorda che in quel Sanremo conobbe anche la moglie, Dorina Dato. “Da quel Festival in poi è rimasta sempre con me”, racconta, “c’è sempre la sua voce in tutte le mie canzoni di quegli anni e la nostra frequentazione poi è diventata un matrimonio, anche artistico. Assieme portiamo avanti l’etichetta indipendente Proxima Centauri, con cui ci divertiamo ancora a produrre la nostra musica”.