Drusilla Foer sarà una delle grandi protagoniste del Festival di Sanremo 2022. E’ infatti una delle co-conduttrici scelte da Amadeus per la kermesse musicale che prenderà il via fra pochi giorni, martedì prossimo 1 febbraio, e senza subbio del gruppo è quella che più incarna i valori della comunità LGBTQ e il gender fluid. “Emozionata? Sì, è chiaro, certamente”, racconta oggi, intervistata da D di Repubblica, l’attrice alter-ego di Gianluca Gori. Del resto, come spiega lei, il Festival è un po’ come quando la nazionale italiana di calcio è impegnata ai mondiali o agli europei, di conseguenza tutto si ferma e ci si piazza davanti alla tv.
“Tutti guarderanno Sanremo – aggiunge – chi mi conosce e soprattutto chi non mi ha mai vista. E quindi mi sto preparando ma soprattutto non voglio persuadere, preferisco ispirare”. E fra le tante insidie da affrontare a Sanremo 2022 vi saranno anche le famose scale per scendere sul palco: “Certo, mi sto preparando anche a scendere le scale che poi alla mia età – diciamolo pure – si fa molta più fatica a salirle”. Bocca cucita invece sull’abito che indosserà, su cui Drusilla Foer, sempre elegantissima e dai modi aristocratici, ironizza “La prima cosa che mi capita”.
DRUSILLA FOER, L’APPREZZAMENTO PER MAHMOOD E NON SOLO…
E per quanto riguarda la musica, qual è il brano più apprezzato dall’artista? Drusilla ammette di avere un debole per “Dio come ti amo”, cantata da Domenico Modugno e Gigliola Cinquetti, canzone che vinse il Festival di Sanremo del lontano 1966, mentre, per quanto riguarda gli artisti di oggi, pollice su per Mahmood (che sarà in gara con Blanco) e soprattutto per i Maneskin, di cui apprezza “il ringhio rock, il sesso felice, Damiano che bacia il chitarrista. E a me baciare piace, mi è sempre piaciuto, senza alcuna distinzione”.
Nell’intervista c’è spazio anche per un accenno alle polemiche degli scorsi giorni del senatore Pillon, al quale l’attrice aveva risposto: “Come avrete notato io non mi sono esposta per niente, a me in generale non piace voler definire qualcosa con un nome perché tutti noi siamo molte cose”. In ogni caso Drusilla Foer ci tiene a sottolineare: “Io non voglio convincere nessuno. Se la mia vena naïf può servire alla causa Lgbtq+, sono felice. Ma vorrei essere paladina di chiunque sia tenuto ai margini. Non giudicate l’involucro – conclude – ma quello che faccio”.