In tutta la sua arte, intensità e ironia, Drusilla Foer ha impreziosito il pomeriggio in compagnia di Mara Venier nel salotto di Domenica In. L’attrice e cantante è partita dalla malattia che negli ultimi mesi ha rallentato i suoi impegni professionali, ma non il costante percorso introspettivo. “Ho avuto una polmonite con ascesso, sono stata ferma per 6 mesi. Però sto bene; il lato positivo è che ho avuto modo di prendermi cura di me stessa… Ho ripreso a studiare, a leggere; a stare con le persone a cui voglio bene. Non ho visto una ciglia finta per mesi!”.
Drusilla Foer è poi passata a raccontare la seconda stagione di Tutto chiede salvezza, serie tv targata Netflix che affronta un tema tanto delicato quanto attuale ed urgente, la malattia mentale. “Il mio approccio nell’interpretare un personaggio così lontano da me? Ma mica tanto sai, io sono una creatura degli anni ‘80 come il personaggio di Matilde nella serie. Eravamo rivoluzionari rispetto a quello che c’era, lo si faceva in gruppo e non in solitudine e per esprimere un’affermazione”. L’attrice a questo punto non è riuscita a trattenere le lacrime e la commozione: “In questo personaggio rivedo tanti amici che ho perduto, tanta sofferenza a cui ho assistito e starci dentro è stata una grazia”.
Drusilla Foer a Domenica In: “Al giorno d’oggi siamo tutti distrutti e distratti…”
Sempre nell’intervista a Domenica In, Drusilla Foer ha offerto un’immagine importante non solo della seconda stagione di “Tutto chiede salvezza” ma anche dell’importanza del tema di fondo. “Sul set ci siamo commossi quasi sempre, ho avuto la fortuna di non essere schiacciata dalle cose, ma le ho viste. Ancora oggi ho una certa consuetudine con i disagi della gioventù di oggi; questa serie racconta invece un luogo di guarigione, dove si da un nome al proprio dolore”. La cantante e attrice, prima di salutare il pubblico con una performance altrettanto toccante, ha chiosato: “Al giorno d’oggi siamo tutti distrutti e distratti da questo modo di comunicare, siamo così sbrigativi anche con noi stessi”.