Drusilla Foer è intervenuta in qualità di ospite ai microfoni di “Ti Sento”, trasmissione di Rai Due presentato da Pierluigi Diaco e giunta alla terza stagione, la cui prima puntata è andata in onda nella serata di martedì 12 aprile 2022. La co-conduttrice di una delle serate del Festival di Sanremo 2022 ha affrontato un dialogo altamente emozionale con Diaco, ricordando addirittura alcuni momenti della sua infanzia, come il suono di un carillon. Lo stesso carillon che lei ruppe: “Era bellissimo, immobile, ma non emetteva alcun suono, al contrario di quelli dei miei fratelli che erano nelle stanze vicine. Mi era stato raccomandato di averne cura e quello fu per me il mio primo fallimento”.



L’infanzia di Drusilla Foer “è stata molto felice, molto libera, molto illuminata dall’affetto e da una certa permissività, ma anche dal senso di responsabilità”. Un ruolo fondamentale l’ha rivestito sua madre: “Mia mamma era molto buffa, una donna spiritosa, lieve, simpatica. Ma anche molto severa. Per lei non era contemplato l’errore, che non voleva dire inciampare, farsi male, rompere un oggetto. Non era contemplato l’errore di non comprendere l’errore. Non era una donna perfetta, temo fosse anche piuttosto di temperamento”.



DRUSILLA FOER: “NON ESSERE GENITORE MI HA TOLTO TANTISSIME GIOIE, MA ANCHE RESPONSABILITÀ”

Nel prosieguo della sua chiacchierata con Pierluigi Diaco, Drusilla Foer ha affrontato anche un’altra tematica molto delicata: quella della mancata maternità. La donna ne ha parlato in questi termini: “Non ho mai pensato di diventare madre. Non essere genitore mi ha tolto tantissime gioie, ma anche tante responsabilità. Probabilmente questa dimensione un po’ mi manca. Però penso anche che la genitorialità sia un luogo d’amore. Abbiamo a disposizione un sacco di modi per amare”.



Ma cosa si nasconde dietro a Drusilla Foer? “Io non credo di essere un personaggio comico. Sono una persona molto tormentata. Ho un animo molto vorace nel cercare di comprendere. Ho avuto molta determinazione ad avere più esperienze possibili, a dare loro un significato, cercando di ascoltarle. Però si muta ed è molto difficile lasciare andare quello che si è. Per me questo è faticoso”.