Da Dubai alcuni giorni fa è arrivata la notizia di un cittadino italiano ritrovato morto al largo delle coste. Dalle indagini degli inquirenti, rende noto il Quotidiano Nazionale, si tratterebbe del corpo di Samuele Landi, 58enne latitante dal 2010 quando venne condannato per bancarotta fraudolenta a 8 anni di carcere, in seguito al fallimento della sua Eutelia. Secondo le prima indagini, si tratterebbe di un incidente avvenuto al largo, mentre cercava di portare a termine il suo ultimo, ambiziosissimo, progetto.



Da subito si era creata una buona attenzione, almeno a Dubai, attorno all’italiano trovato morto al largo. Le indagini, poi, avrebbero condotto le autorità all’identificazione del latitante Samuele Landi, informandone verbalmente i familiari. Da quando si è appreso l’uomo, assieme ad alcuni collaboratori, sarebbe stato travolto da un’onda anomala mentre supervisionava la costruzione di Aisland, un’isola artificiale in acque internazionali, aveva spiegato lo stesso Samuele Landi, “dove non pagare le tasse”. Da mesi, infatti, l’italiano viveva tra Dubai e il suo utopico paese in fase di costruzione. L’identificazione, spiega il suo legale Amedeo Di Segni, è stata fatta tramite “impronte digitali” e, precisando che il suo assistito “si è sempre considerato un esiliato, non un latitante“, la famiglia resta in attesa dei “documenti sul DNA”.



Chi è Samuele Landi: il latitante italiano trovato morto a Dubai

Samuele Landi, l’italiano morto a Dubai, era già piuttosto famoso sul finire degli anni ottanta, quando divenne campione di enduro, partecipando negli anni ’90 a ben cinque edizioni della Parigi-Dakar con l’amico Fabrizio Meoni (ex campione di enduro morto tragicamente dopo un incidente nel 2005). Negli anni, inoltre, si era dedicato al paracadutismo e aveva fondato un centro lanci a Molin Bianco di Arezzo. Tuttavia, la vera fama per Samuele Landi arrivà grazie ad Eutelia, piccola start up (si direbbe oggi) fondata in un garage con il nome di Plug In e diventata, nel 2009 il quinto operatore telefonico nazionale con un fatturato di quasi 1 miliardo di euro. L’imprenditore italiano, però, era scappato a Dubai nel 2012 dopo  la bancarotta fraudolenta di Eutelia, grazie a 300 milioni che aveva nascosto in Svizzera.

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