Dramma in Sud Sudan, dove due suore, suor Mary Abbud e suor Regina Roba, appartenenti alla congregazione delle sorelle del Sacro Cuore, sono state uccise durante un’imboscata lungo la strada che collega la capitale sud sudanese Juba a Nimule, proprio al confine con l’Uganda. La notizia è stata battuta dalle principali fonti d’agenzia internazionali e ha trovato maggiori dettagli sulle colonne di “Nigrizia”, la rivista italiana dei missionari comboniani dedicata al continente africano e agli africani nel mondo.
Le religiose, unitamente ad alcune consorelle e ad altri fedeli, stavano facendo rientro a Juba dopo avere assistito dal vivo alla celebrazione del centenario dell’istituzione della parrocchia di Loa, nella diocesi di Torit. In particolare, si trovavano a bordo di un autobus che è stato improvvisamente attaccato da alcuni uomini armati, i quali non sono ancora stati identificati. Oltre alle due suore, nell’agguato sono stati uccisi anche tre civili e numerose altre persone hanno rimediato ferite (non si hanno maggiori dettagli circa le loro condizioni di salute). A rendere noto l’episodio, mediante un comunicato ufficiale, è stato il segretario generale dell’arcidiocesi di Juba, padre Samuel Abe. Ulteriore conferma è quindi giunta dalle autorità sudsudanesi competenti.
SUD SUDAN: DUE SUORE E TRE CIVILI UCCISI LUNGO “IL TERRENO DI CACCIA” DEI GRUPPI ARMATI
Ad addentrarsi maggiormente nei meandri di questa notizia è stata proprio la rivista “Nigrizia”, che ha spiegato chiaramente come non si tratti del primo attentato verificatosi lungo la strada che pone in collegamento diretto le città di Juba e Nimule. Si tratta della sola carreggiata asfaltata del Sud Sudan, paragonabile a una superstrada, sulla quale transita gran parte delle merci, comprese le derrate alimentari, per il rifornimento dei mercati della capitale.
Infatti, si legge nel servizio, “in Sud Sudan la produzione anche degli alimenti di base è scarsa, del tutto insufficiente a soddisfare i bisogni della popolazione. Le imboscate ai convogli di camion provenienti da Kampala, la capitale ugandese, e di tir carichi di container che arrivano dal porto kenyano di Mombasa sono diventate così frequenti e violente che lo scorso aprile i camionisti sono scesi in sciopero, bloccando gli automezzi alla dogana di Elegu, prima di passare il confine con il Sud Sudan a Nimule. Chiedevano una scorta armata dopo che una decina di colleghi, ugandesi e kenyani, erano stati uccisi, la merce trasportata rubata e i camion incendiati”.