A Storie Italiane il caso dei due ventenni spariti negli scorsi giorni dall’Emilia Romagna, e avvistati presso la stazione Centrale di Milano. Si pensa ad un ‘rapimento’ da parte di una psico-setta e il programma di Rai Uno ha intervistato le madri dei due giovani, Natascia, genitrice di Stefano Barilli, e Roberta, mamma di Alessandro: “Alessandro e Stefano non si conoscevano – racconta la prima – o almeno in apparenza non credo si conoscessero. Inizialmente si pensava ad altro per Stefano, a un gesto estremo oppure una scomparsa volontaria per cambiare vita, quella foto sicuramente ci fa vedere un’ipotesi diversa, l’ipotesi è che dietro vi sia una manipolazione, una rete, un network, una piramide aziendale che non è legale in tanti paesi ma lo è in Svizzera dove i giovani vengono sfruttati come venditori e fanno parte di questa rete dove guadagna solo chi è all’apice. Io credo – ha aggiunto – che a causa di questa sua voglia di imprenditorialità e di realizzarsi sia caduto in un tranello e abbia creduto alle parole di altri che gli hanno garantito la felicità che gli hanno garantito il successo e la ricchezza, e questo lo ha spinto a tagliare i legami famigliari, era legatissimo a me e alla sorella”.



E ancora: “Non è andato via di casa da solo, credo ci sia stato un aiuto notevole, non ha fatto un errore, non ha lasciato una traccia è quasi non umano non commettere errori”. Ancora sulla foto in Centrale a Milano: “Li ritrae nel corridoio di attesa fra l’ingresso ai binari e la discesa verso la metro quindi loro in teoria potrebbero essere stati lì per aspettare qualcuno, o partire per la Svizzera, sono tante le ipotesi. La Polfer di Milano ci ha spiegato che non ci sono telecamere che tracciano il percorso dei due ragazzi”. Al momento si indaga sull’ipotesi di scomparsa volontaria “Non posso cambiare il passato – l’appello della madre a Storie Italiane – la nostra vita è difficile ma amore significa di stare vicino alle persone che ti vogliono bene e che ti sostengono, qualunque cosa capiti noi ci siamo, la tua casa ti accoglierà sempre, noi ti aspettiamo”. Il loro rapporto era sano: “Ogni volta che si spostava mi avvisava sempre volontariamente, mai avuto problemi a dirgli “chiamami”, questa è la prima volta che lui si allontana, tra l’altro di notte, non uscendo dalla porta. Ha voluto cambiare vita – aggiunge – qualcuno gli ha promesso una vita migliore e lui ha dovuto scegliere fra successo e affetti, e lui ha scelto il successo. Sarà finito in mano ad una setta o una società piramidale, network marketing che reclutano giovani che li utilizzano per fare denaro. Ha cancellato tutto nel pc”. Così invece Roberta, la mamma di Alessandro Venturelli: “Non riesco a immaginare nulla, sono nel vuoto più assoluto e questa foto che mi è arrivata dalla mamma di Stefano mi ha aperto un’ipotesi a cui avevo pensato ma che non ho potuto portare avanti perchè comunque stavamo parlando di un sospetto, non avevamo nulla in mano praticamente. Alessandro ha portato carta di credito e bancomat e sono state fatte tutte le verifiche del caso; abbiamo controllato il telefono, estremamente pulito, il pc non lo utilizzava quasi mai. Due strumenti che non stanno portando da nessuna parte. Negli ultimi giorni che era stato a casa mi aveva detto ‘Mamma io mi sento manipolato e mi stanno facendo il lavaggio del cervello’, ma non sono riuscita a farmi dire da chi, manifestava paura ma non ho capito. Con lui avevamo un rapporto molto stretto, ha provato a dirmi qualcosa ma non avrei mai immaginato. È passato poco tempo da quando ha manifestato il disagio, solo dieci giorni, non ho avuto il tempo materiale di riuscire a capire. Ho detto tutto ai carabinieri, ho veramente paura che ci sia qualcosa, ne sono abbastanza convinta”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



DUE VENTENNI SCOMPARSI IN EMILIA: RAPITI DA PSICO-SETTA? “NON È UN SUICIDIO”

Mistero in Emilia dopo che due ragazzi sono scamparsi nel giro di un paio di mesi; uno era originario di Piacenza mentre l’altro del modenese, e i due, come riferisce l’edizione online de Il Giorno, sono stati avvistati alla Stazione Centrale di Milano lo scorso 18 febbraio. Un vero e proprio enigma e non è da escludere che dietro la loro sparizione o fuga vi sia l’ombra di una psico-setta. Il giovane originario di Sassuolo, in provincia di Modena, si chiama Alessandro Venturelli, 20enne, sparito il 5 dicembre 2020, mentre l’8 febbraio si sono perse le notizie di Stefano Barilli, 23enne piacentino: cos’è successo?



“La foto – racconta la mamma di Stefano, Natascia Sbriscia, ai microfoni de Il Giorno – è stata scattata alle 19 del 18 febbraio da una telespettatrice che aveva assistito la puntata di ‘Chi l’ha visto?’. Era in Centrale a Milano. Quando mi è stata mostrata, ho subito notato la somiglianza: i capelli, il viso, per quanto coperto dalla mascherina, bianca come quella che portava Stefano. Il mio unico dubbio era il loden scuro che indossava, troppo largo”.

DUE GIOVANI SCOMPARSI: IN FUGA PER PSICO-SETTA? I DUBBI DELLA MADRE DI UNO DI LORO

In seguito lo scatto è stato fatto vedere anche alla famiglia di Venturelli: “Il 2 marzo – ha proseguito la mamma di Barilli – ho girato la foto alla famiglia del ragazzo di Sassuolo. Lo hanno riconosciuto genitori, zia, cugini”. I due comunque non risulta si conoscano: come mai sono stati fotografati assieme? Stefano Barilli è scomparso dopo aver abbandonato un vestito nuovo steso sul letto, con l’aggiunta di una lettera con scritto “So che non capirete il mio gesto”. Quindi ha fatto la valigia ma portandosi dietro poca roba, oltre alla patente, alla carta d’identità, al codice fiscale e ad una sim di un telefonino senza comunque avere il cellulare. Inoltre, ha preso l’hard disk del computer fisso e un dizionario di tedesco. “Due giorni prima – racconta ancora la madre – era tornato da Zurigo. Si era fermato un mese, diceva che cercava finanziamenti per una startup. Ha cancellato le tracce da cellulare e pc. Sono spariti le sue carte e il quaderno da dove aveva strappato il foglio per scrivere la lettera”. E ancora: “Negli ultimi tempi aveva aperto e chiuso diversi conti correnti. Ne è rimasto uno, dove sono registrate solo le operazioni in Svizzera. Non sono i comportamenti di chi ha deciso di togliersi la vita, ma di chi non vuole lasciarsi niente alle spalle. Penso che ci sia dietro un’organizzazione, una psico-setta“.