Di fronte alle accuse rivolte alla Lega di aver riaperto la questione dei sub appalti e, quindi, del lavoro a basso costo a scapito della sicurezza, il sottosegretario del ministero del Lavoro Claudio Durigon invita a non fare demagogia quando si parla di morti. «Non si deve mettere la politica davanti a tutto», dichiara al Quotidiano Nazionale all’indomani del crollo al cantiere di Firenze. Per il leghista la soluzione a un problema «che ci attanaglia da tempo» non va ridotto al tema appalti e sub appalti. A tal proposito, ricorda a Landini «che è stata proprio una norma europea a regolare appalti e subappalti tanto che l’Italia, prima della riforma da noi portata avanti, è stata sanzionata da Bruxelles». Comunque, non è quella la logica per la quale si parla ancora oggi di morti sul lavoro.
«Capisco la rivalità politica, ma ci sono anche delle norme europee a vincolare l’azione possibile del governo», aggiunge Durigon, ribadendo che aumenteranno gli ispettori del lavoro. D’altro canto, riconosce che «purtroppo questi numeri li abbiamo da anni e non si può fare della demagogia su questo tema usando parole inappropriate». Il sottosegretario leghista è disposto anche a produrre l’elenco di tutte le morti avute finora: «Ci sono anche delle norme che vedono un ruolo prioritario dei sindacati nelle ispezioni nei luoghi di lavoro e nel controllo. Tutti quanti ci dobbiamo sentire responsabili di queste attività e sicuramente dove si possono migliorare le norme e sensibilizzare anche culturalmente per risolvere i problemi che stiamo vivendo».
“NORMATIVE UE CONSENTONO TECNICA DEL MASSIMO RIBASSO”
L’Italia non è indietro rispetto all’Europa, anzi ha visto crescere il numero di lavoratori, mentre il numero di morti sono diminuiti, spiega Claudio Durigon a QN. Ma non è un dato che può soddisfare. «C’è senza dubbio un gap culturale che va a inserirsi in questo contesto». Quel che bisogna fare, secondo il sottosegretario al Lavoro, è promuovere a livello culturale «il fatto che la sicurezza sul lavoro è una produttività, non un costo, è un investimento». La formazione, per l’esponente della Lega, è «determinante», infatti è previsto un investimento di un miliardo e mezzo, ma il gap va recuperato nel tempo, «non si va a recuperare con una regola più ferrea o più determinata». Il governo, dal canto suo, deve migliorare le norme: «Possiamo anche prevedere una premialità per le aziende che non hanno incidenti sul lavoro nelle gare d’appalto. Io sono più per gli incentivi ad investire sul fronte sicurezza piuttosto che a punire con norme più severe; la repressione non crea grandi vantaggi».
Durigon ci tiene a chiarire che il lavoro in Italia non ha avuto il giusto valore, visto che «i salari sono ancora troppo bassi», ma la sua evoluzione premierà l’efficienza. «Bisognerà trovare un modo per rimettere il lavoratore al centro dell’impresa. E quando parlo di favorire la premialità sul fronte sicurezza, nel contesto di una gara d’appalto, intendo che vada abolita la gara al massimo ribasso». Il problema, evidenzia Durigon, è che le aziende che non ottengono appalti tendono a fare ricorso al Tar, avendo ragione grazie alle normative europee che permettono la tecnica del massimo ribasso. «E quando un imprenditore deve far quadrare i conti, da qualche parte va a tagliare e spesso si va a ridurre le spese sulla sicurezza (che costa). Insomma, bisogna spezzare questo aspetto, questa idea che la sicurezza sia solo un costo e non un valore aggiunto dell’impresa», conclude Durigon.