Fresco di nomina a vicesegretario della Lega insieme ad Alberto Stefani, Claudio Durigon resta concentrato anche sulla sua attività di sottosegretario al Lavoro, infatti nell’intervista a La Verità, dopo aver ringraziato il segretario Matteo Salvini, smentisce che ci siano dissidi nella maggioranza su qualche misura e si concentra sui contenuti della manovra che i partiti del centrodestra stanno “costruendo”. «La priorità va ai salari, quindi la conferma degli sgravi sul cuneo fiscale, e alle famiglie», precisa Durigon, ma l’esponente della Lega smentisce anche l’eliminazione di alcune finestre di uscita per quanto riguarda le pensioni. «Stiamo lavorando nella direzione di rendere più corposi gli assegni futuri che verranno calcolati sempre di più con il contributivo e sempre meno con il retributivo».



Questo vuol dire che saranno più bassi rispetto agli ultimi stipendi, motivo per il quale l’obiettivo del governo è rafforzare la previdenza complementare, «azzoppata da Tito Boeri», ex presidente dell’Inps. Invece, i giovani vanno spinti a programmare la pensione futura, quindi il governo deve incentivarli e indirizzarli. Per quanto riguarda l’ipotesi di rendere obbligatorio il trasferimento del Tfr nei fondi pensione, il leghista spiega le tre ipotesi al vaglio: trasferimento obbligatorio del 25% della liquidazione per i nuovi lavoratori, consentire la scelta dopo 6 mesi dal trasferimento e silenzio assenso. Comunque, verrà lanciata una campagna di comunicazione per incentivare i giovani a scegliere un fondo di previdenza.



“RAFFORZEREMO L’AUTHORITY SUI FONDI PENSIONE”

Eppure, è una strada molto osteggiata quella dell’obbligatorietà, ma per Claudio Durigon bisogna dare una scossa al sistema. Infatti, visto che è privatistico, verrà rafforzata la commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip), a cui saranno conferite più competenze e attribuiti 5 commissari contro gli attuali 3.

Il sottosegretario al Lavoro rimarca il fatto che il rafforzamento della previdenza complementare comporta anche «rafforzare la possibilità di andare in pensione prima». Ad esempio, attualmente è possibile andare in pensione in anticipo se si arriva a un assegno di 2,8 volte la pensione minima, ma ciò vuol dire arrivare a 2mila euro circa, soglia a cui molti non arrivano, invece con la previdenza complementare per Durigon «sarà più semplice varcare quella soglia».



DALLE PENSIONI MINIME ALLE DETRAZIONI

Tra gli obiettivi del governo Meloni c’è anche l’aumento delle pensioni minime: «Si può pensare di arrivare dagli attuali 616 a 650 euro al mese». Nell’intervista a La Verità parla anche delle rivalutazioni, spiegando che si sta ragionando «sulla conferma del meccanismo di rivalutazione per fasce che garantisce quelle più basse e potrebbe chiedere qualche sacrificio agli assegni più elevati».

Oltre a confermare che si perseguirà la «grande idea» del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti di abbassare le tasse per chi fa i figli, conferma anche che ci sono ragionamenti in corso sulla possibilità di incrementare le spese che le famiglie con almeno due figli possono detrarre.