Continua il dibattito sul salario minimo. La sinistra ne ha fatto un cavallo di battaglia per provare a mettere in difficoltà il governo che, nonostante l’apertura al dialogo del premier Giorgia Meloni, non ha intenzione di toccare il dossier. Il salario minimo è infatti considerato come un limite alla contrattazione e rischierebbe per assurdo abbassare certi salari. Intervistato da Rai Radio 1, il sottosegretario al Lavoro e alle politiche sociali Claudio Durigon ha spiegato: “La stessa direttiva europea ci indica la strada: dove c’è una contrattazione collettiva superiore all’80%, non è vincolante l’inserimento perché potrebbe abbassare quello che è il valore della contrattazione e il valore mediano dei salari”.
Le parole di Durigon sul salario minimo
Per Durigon è necessario verificare i contratti sotto soglia e valutare i problemi in alcuni settori: “Noi non abbiamo un problema di salario minimo nella contrattazione che è molto forte, abbiamo un problema sui servizi del salario minimo. Oggettivamente le aziende sono piccole e funzionano su gare d’appalto al massimo ribasso. Io credo che sia opportuno interagire per dare una risposta alla contrattazione ma nel matching tra domanda e offerta. Ad esempio, basta con queste gare d’appalto al massimo ribasso: serve una legge ad hoc affinchè il salario venga rispettato”. Il problema è con le realtà più piccole, dunque, ma non solo ha precisato Durigon: “C’è un altro tema sul salario povero, non sulla paga oraria ma sull’esistenza di tanti part-time”. Una battuta anche sulle trasformazioni in corso nel mondo del lavoro: “Ci sono stati circa 2 milioni di dimissioni e non di licenziamenti: questo significa che i lavoratori cercano di migliorare il loro posto di lavoro e se non si trovano bene cercano altri posti. Sta cambiando la cultura italiana del lavoro, questo sarà tema di dibattito molto profondo nel sistema del mercato del lavoro”