COSA CI SARÀ IN MANOVRA: LE ANTICIPAZIONI DEL SOTTOSEGRETARIO DURIGON, “TAGLIO CUNEO PRIORITARIO”

Non sarà una Manovra di Bilancio semplice quella che il Governo Meloni si appresta a dover impostare al ritorno dalla pausa: i calcoli fatti finora portano a circa 30 miliardi di euro per i punti più “caldi” dal cuneo fiscale da “confermare” nel taglio fino al contrasto del caro-vita e alla riforma pensioni. Secondo il sottosegretario al Ministero del Lavoro Claudio Durigon, raggiunto da Enrico Marro per il “Corriere della Sera”, sono diversi i punti all’ordine del giorno ma uno solo è assoluta priorità, e non il salario minimo per legge.



«Non faremo passi indietro sulla linea seguita su tutti questi fronti e, anzi, con la legge di Bilancio, compatibilmente con le risorse a disposizione, rafforzeremo gli interventi, fermo restando che la priorità è la conferma del taglio del cuneo fiscale sulle retribuzioni fino a 35 mila euro, che si traduce in un aumento del netto fino a 100 euro al mese»: per il sottosegretario in quota Lega, il confronto con le opposizioni sul salario minimo deve proseguire ma il Governo lo ha già detto chiaramente, non intende affatto impostare per legge una paga “minima”, «alla fine potrebbero abbassarsi i salari medi. Siamo convinti, come indica anche la Commissione europea, che nei Paesi come l’Italia dove la contrattazione è molto sviluppata, vadano rafforzati i contratti». Nello specifico, Durigon sottolinea come vadano eliminati i contratti al solo scopo di dumping, oltre a combattere le gare al massimo ribasso e sostenere fiscalmente le retribuzioni, «proprio come abbiamo fatto col decreto del primo maggio, che allora ci hanno attaccato e oggi scoprono i salari bassi».



CLAUDIO DURIGON: “PIÙ ANTICIPI E APE SOCIALE PER LA RIFORMA PENSIONI”

Durigon conferma poi nell’intervista al “Corriere” l’avvio l’1 settembre della piattaforma telematica per chi ha perso il Redito di Cittadinanza e vuole ricevere l’assegno da 350 euro per la formazione, organizzata da Inps e Anpal: «Finalmente ci sarà in Italia una piattaforma di matching tra domanda e offerta di lavoro. Per il resto, la riforma sta marciando nella direzione auspicata», con circa 300mila ex percettori del RdC che hanno già trovato altre soluzioni lavorative da quando la misura bandiera del M5s è stata sostanzialmente abolita. Dai redditi alle pensioni, il capitolo sulla previdenza si prefigura come tutt’altro che semplice: per capire le risorse e le misure da inserire in Manovra di Bilancio occorrerà aspettare il quadro macroeconomico della NADEF (Nota di Aggiornamento al DEF) che il Governo presenterà a fine settembre.



Secondo il sottosegretario Durigon, l’ipotesi minima per la riforma pensionistica è la proroga degli strumenti attuali di flessibilità (Quota 103, Ape Sociale, Opzione Donna) ma sono in corso i confronti con il MEF per capire quale spazio si avrà effettivamente: «sarebbe bene aumentare le categorie che possono accedere all’Ape sociale, così come dovremo approfondire le ipotesi che pre- vedono di anticipare il pensionamento in cambio del calcolo contributivo di tutto l’assegno». Tornando “a bomba” sull’intervento in Manovra per il taglio del cuneo fiscale, il Governo si appresta ad intervenire anche sul caro-prezzi, non allontanando l’idea di una possibile revisione delle accise sui carburanti: «Quello fatto dal governo Draghi costava a un miliardo al mese per ridurre di soli 25 centesimi al litro il prezzo alla pompa. Noi abbiamo obiettivi più ambiziosi, ma il traguardo è la legislatura, visti i vincoli di Bilancio. Ma intanto, utilizzando il maggior gettito dell’Iva dovuto proprio al caro-prezzi, se ci sono le risorse per dare una prima limatina alle accise, perché no?».