A 78 anni è morto Alberto Perino, storico leader dei No Tav. Da oltre trent’anni, l’attivista combatteva contro il progetto della linea ad alta velocità sulla tratta Torino-Lione. Per preservare la “sua” Val di Susa, dove tutti lo conoscevano, si è sempre battuto in prima persona, partecipando ad ogni manifestazione e ad ogni marcia, promuovendo incontri e protestando personalmente, come accaduto nel dicembre 2005. Più di una volta Perino aveva ripetuto che “bisogna reagire non accettando le leggi ingiuste perché, come diceva Gandhi, se una legge è ingiusta deve essere violata”. Così, per tutta la vita si era battuto per preservare la sua Val di Susa.



Alberto Perino ha rappresentato una figura importante nella lotta No Tav, sempre al fianco di chi non voleva la tratta Lione-Torino, combattendo sul campo e portando avanti con fermezza e convinzione la sua battaglia. L’ultima apparizione pubblica di Perino risale a pochi mesi fa, al giugno di quest’anno, ad una manifestazione contro la Tav svolta a Susa. L’uomo, nato a Bussoleno nel 1946, aveva cominciato la sua lotta nel 1989: di mestiere era stato impiegato di banca oltre che sindacalista della Cisl. Nonostante le sue proteste, non amava la violenza, anzi, spesso si era speso in prima persona per fermarla.



Alberto Perino, i funerali in forma privata. Momento di grande commozione tra i No Tav

Alberto Perino è morto in un Paese della Val di Susa, Condove, dopo una lunga malattia. I suoi compagni lo hanno ricordato sui social e non solo: la commozione è generale per la morte dell’uomo, che ha combattuto per tutta la vita in maniera pacifica per salvaguardare la sua terra e difendere i suoi concittadini, cercando di fermare il progetto No Tav. I funerali di Perino si svolgeranno in forma privata ma nei prossimi giorni verrà organizzata una giornata per ricordarlo.

Leggi anche

RICCARDO BONACINA/ Piegare i ginocchi, il bello di essere compiutamente uomini