Ha dell’incredibile quanto accaduto al cimitero “Santa Maria dei Rotoli” di Palermo, dove un defunto musulmano e di etnia rom, spirato a fine aprile, sarebbe stato seppellito sfruttando una corsia preferenziale e consentendogli di passare davanti ad altre migliaia di salme in attesa di inumazione, in quanto “la sua religione prevede sepoltura immediata e ha parenti animosi”. Il fatto viene riportato sull’edizione del quotidiano “La Verità” in edicola oggi, giovedì 12 maggio 2022, su cui si spiega anche che essendosi rese disponibili due fosse di inumazione e considerata l’animosità dei molti parenti del defunto, il direttore del cimitero di Palermo ha chiesto “di volerne autorizzare, con estrema urgenza, la tumulazione”.
La risposta positiva è arrivata nell’arco di mezz’ora, quando solitamente, invece, sono necessarie due settimane per ottenere il via libera. Non solo: due ore più tardi era già stato individuato il numero di sezione della fossa dedicata. Un accadimento che, se confermato, sarebbe a dir poco increscioso; d’altro canto, ricorda “La Verità”, la situazione del cimitero di Palermo è “abbastanza disperata: al Santa Maria dei Rotoli il problema delle bare in attesa di sepoltura va avanti da mesi. Le salme insepolte sono attualmente 1.010, di queste 970 sono in attesa di ricevere un posto. Altre 40 il posto lo avrebbero nelle tombe di famiglia, ma non c’è nessuno che possa far spazio mineralizzando i resti dei corpi. Inoltre, mancano i sacchi dove mettere i resti dei defunti”.
DEFUNTO MUSULMANO “SALTA LA FILA” PER LA SEPOLTURA A PALERMO: PRESENTATO ESPOSTO ALLA PROCURA
Addirittura, si legge nel servizio, i primi della lunga fila attendono di essere tumulati da marzo 2020 e, in virtù anche di questo, Igor Gelarda, capogruppo Lega-Prima l’Italia al Comune di Palermo, ha presentato una richiesta di accesso agli atti il 4 aprile 2022, domandano di “conoscere i motivi per i quali a questo signore musulmano fosse stato concesso di saltare la fila”. Nessuna risposta ottenuta, così, il 9 maggio, è partito il sollecito: “Preso atto che ad oggi non è pervenuto alcun riscontro in merito alla richiesta di accesso agli atti sopra riportata, si sollecita, con urgenza, riscontro della suddetta richiesta, poiché sono trascorsi più di 30 giorni, oltre i termini previsti dalla normativa vigente, per l’adempimento amministrativo”.
Eppure, niente, tutto tace. Fra gli atti presentati da Gelarda, riferisce ancora “La Verità”, c’è anche un esposto alla Procura della Repubblica di Palermo: “È assurdo che ci sia stata una corsia preferenziale per qualcuno – ha dichiarato –, a prescindere dalle ragioni che hanno finito per favorire il defunto. Ancor più grave sarebbe se venisse confermato che si tratta di una prelazione dovuta al fatto che fosse di religione islamica o che si temesse una reazione dei parenti. Ci sono più di mille persone al deposito, con relative famiglie, che gridano vendetta nei confronti di queste ingiustizie”.