L’E3, quella che fino a pochi anni fa era considerata all’unanimità la più grande fiera dei videogiochi, è “ufficialmente morta”. Questo, come si legge sul sito di SkyTg24.it, il titolo del quotidiano Washington Post, di un articolo in cui viene dichiarata la fine della fiera videoludica losangelina. La scelta del titolo decisamente forte giunge a seguito di una dichiarazione ufficiale di Stanley Pierre-Louis, presidente e Ceo dell’Entertainment Software Association (ESA), l’associazione di rappresenta gli interessi dell’industria dei videogiochi degli Stati Uniti, che ha appunto fatto sapere che l’evento è stato chiuso.



“Dopo più di due decenni trascorsi ad ospitare un evento che è servito da vetrina per l’industria statunitense e globale dei videogiochi”, l’ESA ha posto così fine all’E3, la cui prima storica edizione era giunta esattamente 28 anni fa, nel 1995. Ma a cosa si deve tale decisione drastica, che comunque era nell’aria? Diversi i fattori, a cominciare dal fatto che fieri ed eventi, in ogni settore, costano sempre di più per coloro che espongono, e alla luce della crisi economica diventano una sorta di vetrina inutile.



E3, ADDIO ALLA STORICA FIERA DEI VIDEOGIOCHI DI LOS ANGELES: “È LA COSA GIUSTA DA FARE”

Meglio spendere energie e soprattutto denaro su altro, e con l’avvento delle dirette video streaming, sdoganato con l’arrivo della pandemia di covid, le software house possono risparmiare un bel po’ di quattrini. I nuovi concorrenti, il ritiro dei partner e il cambiamento delle abitudini del pubblico, si legge ancora sul Washington Post, sono altre cause che hanno portati alla fine dell’evento.

“Sappiamo che l’intero settore, sia i giocatori e sia i creatori, hanno ancora molta passione per l’E3. E noi condividiamo questa passione”, ha spiegato ancora Pierre-Louis. “Sappiamo che è difficile dire addio ad un evento così amato, ma adesso è la cosa giusta da fare date le nuove opportunità che il nostro settore sta proponendo”. L’E3, che si svolgeva a Los Angeles è stato un grande evento videoludico che addetti ai lavori ma soprattutto videogiocatori attendevano con enfasi.