Mai prima d’ora nella recente storia delle Elezioni Usa gli americani hanno fatto ricorso al cosiddetto “early voting”, il voto anticipato (per posta o nei seggi elettorali) dei 50 Stati al voto nel Super Tuesdai del 3 novembre: lo scorso 29 ottobre ottobre già 77 milioni di voti anticipati sono stati inviati per le Elezioni Presidenziali 2020, superando già l’early voting di tutto il 2016. Secondo i dati ufficiali alla vigilia del voto, il Texas si conferma al primo posto per affluenza con l”early voting’ con 8,44 milioni di schede depositate pari al 94% del totale del 2016: secondo i sondaggi, il voto anticipato avrebbe visto i Democratici praticamente “piglia-tutto” rispetto al presidente uscente Donald Trump. Possibile speranza però dalle parti della Casa Bianca vedendo gli ultimi conteggi della voter registration: nella registrazione alle liste elettorali, il Partito repubblicano ha infatti ridotto il divario con i Dem di Joe Biden in tre stati fondamentali e tradizionalmente “swing” (in bilico): Florida, North Carolina e Pennsylvania. «L’enorme aumento della registrazione degli elettori da parte dei repubblicani è l’arma segreta che farà la differenza nel 2020», ha spiegato Dee Stewart, consulente politico Gop in North Carolina.



EARLY VOTING, I NUMERI DEL 2020

Al netto del recupero di Trump, i Democratici mantengono un vantaggio importante nelle registrazioni totali degli elettori all’early voting in Florida e anche in North Carolina: non solo, i Dem hanno raccolto nuovi elettori in Arizona, lo stato dove Trump aveva stravinto con 91mila voti nel 2016 ma dove l’ex vicepresidente di Obama ora è in testa. Secondo quanto emerso dall’Election Project dell’università della Florida, a soli tre giorni dalle Elezioni Presidenziali si evincevano 77.890.285 voti anticipati tra posta e seggi elettorali, confermando l’intenzione particolarmente sviluppata in questa tornata elettorale 2020 di evitare il più possibile l’assembramento (per motivi di Covid) nel giorno del voto oggi 3 novembre. «I numeri sono sbalorditivi», ha scritto Michael P. McDonald, professore di Scienze politiche all’Università della Florida nell’osservare i dati dell’early voting 2020: secondo le analisi, i dem hanno avuto più probabilità/scelta di votare per posta mentre i Repubblicani hanno optato per il voto ai seggi. Il che significa che nei risultati delle Elezioni Presidenziali “prima” emergeranno i voti per Trump mentre in un secondo momento potrebbero avanzare i voti per Biden.



RISCHI E BROGLI: COSA POTREBBE SUCCEDERE

Va ricordato come i voti per posta saranno conteggiati anche nei giorni successivi al voto, da qui l’inveire del Presidente Usa contro l’early voting avvenuto per posta che potrebbe generare possibili brogli elettorali. Ma la situazione è più complessa e rischia di portare il risultato per la Casa Bianca ben al di là della semplice mattina post-voto: «Non spedite piu’ i vostri voti, non arriverebbero in tempo», aveva lanciato l’appello lo scorso 29 ottobre la speaker Dem della Camera, Nancy Pelosi, «Stanno facendo di tutto per smantellare il sistema postale. Anche lo Us Postal Sevice – ha aggiunto la Dem – sta dicendo che ormai e’ troppo tardi per spedire il voto, considerando che ci vogliono cinque, sei giorni perche’ venga recapitato». Insomma, lo scontro è accesso con Repubblicani e Democratici che si accusano l’un l’altro sul rischio di brogli in seguito all’eccesso di early voting: inevitabilmente, al di là delle polemiche, è assai probabile che il risultato pieno delle Elezioni Usa 2020 non si avrà la mattina dopo la lunga maratona elettorale. Ogni Stato ha procedure diverse per il conteggio di mail e absentee ballots: c’è chi infatti li conta al momento dell’arrivo della scheda elettorale per posta, mentre altri conteggiano prima del giorno delle elezioni, infine chi li conta il giorno del voto. Occhi puntati dunque sugli “swing states”: Arizona, Georgia, Minnesota e Nevada scrutinano i voti anticipati il giorno dell’arrivo delle schede; Florida, Iowa, Michigan, New Hampshire, North Carolina, Ohio nei giorni prima del 3 novembre; Pennsylvania e Wisconsin il conteranno invece oggi assieme agli elettori “canonici” che si sono presentati al voto.

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