Easyjet non esclude il caos quest’estate: l’amministratore delegato Johan Lundgren ne ha parlato in un’intervista al Frankfurter Allgemeine Zeitung, in cui affronta il tema dei ritardi durante le vacanze estive e l’aumento dei prezzi dei biglietti. «Ci sono dal 10 al 15% di voli europei in più rispetto al 2022 e allo stesso tempo continuano le restrizioni di capacità in alcuni aeroporti, tra l’altro a causa della carenza di personale. È una miscela esplosiva», spiega l’uomo d’affari svedese, assicurando che Easyjet si è attrezzata meglio rispetto all’anno scorso e non ha carenze di personale. A proposito delle cause dei ritardi, aggiunge che «sono dovuti principalmente alle interruzioni del controllo del traffico aereo a Londra-Gatwick, la nostra base nel Regno Unito, e in Francia, che interessano molti voli del Mediterraneo. Inoltre, ci sono restrizioni nello spazio aereo sopra la Germania sud-occidentale. In generale, soffriamo ancora dei corridoi aerei obsoleti istituiti dopo la Seconda Guerra Mondiale».



Questo perché una parte dello spazio aereo è riservata ai militari. «Per questo non possiamo sempre prendere la via diretta. Questo costa tempo, crea colli di bottiglia altrove e non fa bene all’ambiente. Per il volo Parigi-Milano, emetteremmo un quarto di anidride carbonica in meno se potessimo prendere la rotta più diretta». La guerra in Ucraina, aggiunge Johan Lundgren, ha dimostrato che si possono fare ulteriori voli militari senza limitare lo spazio aereo per gli aerei civili. «I governi nazionali semplicemente non vogliono rinunciare alla sovranità, per motivi politici e non militari». L’auspicio è che la situazione cambi. Ciò è possibile secondo l’ad di Easyjet: «Ora c’è un motivo in più: altre rotte di volo potrebbero essere un fattore importante per la protezione del clima. In passato, gli unici argomenti erano le perdite di tempo e i costi più elevati dovuti ai corridoi fissi».



PRENOTAZIONI VOLI E AUMENTO PREZZI BIGLIETTI: COSA SUCCEDE

Johan Lundgren a Faz si sofferma anche sui dati delle prenotazioni, confermando che sono buoni. A cambiare è la scelta delle destinazioni: vengono scelte quelle poco costose e si fanno viaggi più brevi, prenotandoli molto prima rispetto al passato. «Questo è probabilmente una conseguenza del minor numero di voli. Le persone vogliono essere sicure di poter prendere il volo a un prezzo accettabile». Per quanto riguarda il numero dei voli, la situazione non è destinata a migliorare nel breve tempo. «Airbus e Boeing continueranno ad avere difficoltà di produzione per un po’ di tempo, perché importanti materie prime scarseggiano». Di conseguenza, aumentano i prezzi dei biglietti. «La nostra tariffa media è salita a 65 euro, e se continuerà a salire dipende molto dai prezzi della paraffina. Lo scorso inverno sono aumentate del 71% rispetto all’inverno 2021/2022. Questo aumento ha inciso per circa dieci euro sul prezzo del biglietto».



Ad aumentare anche i profitti, del resto Easyjet non offre solo voli, ma anche pacchetti turistici completi con volo e soggiorno in un hotel partner. «I prezzi dei nostri hotel sono fino al 20% più bassi per la stessa sistemazione rispetto a quelli praticati dalla concorrenza – prosegue Johan Lundgren. La maggior parte degli alloggi che offriamo sono hotel a quattro o cinque stelle. Anche questo ha senso. I clienti preferiscono spendere i loro soldi in un buon hotel, dove trascorrono la maggior parte della loro vacanza, e poi risparmiare sul volo». Infine, riguardo l’ipotesi di alcuni politici di vietare i voli a corto raggio se c’è una valida alternativa ferroviaria, spiega perché è contrario: «Non è una buona idea. La gente vuole sdraiarsi se il viaggio dura più di due o tre ore. E se c’è una domanda, dovremmo essere in grado di servirla. La rete ferroviaria, inoltre, non è così ben sviluppata come molti pensano. Per la maggior parte delle tratte non c’è un’alternativa ferroviaria interessante. E questo richiede dai 20 ai 30 anni con i tempi di pianificazione odierni. Fino ad allora, ci sono altri modi per risparmiare anidride carbonica».