Un comandante è stato licenziato da easyJet perché ha consentito la procedura di atterraggio di un volo Milano-Olbia. La vicenda risale al 28 maggio 2016, ma non se ne ha traccia nei registri dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv). Torna ora d’attualità perché la Cassazione ha dato definitivamente ragione alla compagnia aerea britannica con una sentenza pubblicata il 12 ottobre 2023, in cui si parla di «ragioni disciplinari, rappresentate dal mancato rispetto delle procedure aziendali di sicurezza in occasione dell’atterraggio». Per easyJet la procedura era «altamente rischiosa», inoltre è stata portata a termine «con modalità contrarie alle regole di sicurezza», quindi poteva mettere «a repentaglio l’incolumità dei passeggeri e dell’equipaggio».



Queste le ragioni dietro il licenziamento del comandante. Per il vettore e i giudizi, sono accadute diverse cose nella cabina di pilotaggio dell’Airbus partito da Malpensa con destinazione lo scalo in Costa Smeralda. A circa 30 chilometri dalla pista dell’aeroporto di Olbia, stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, l’aereo, che si trovava sopra la Sardegna ed era nelle fasi preparative per atterrare, viene intrapresa «una scorciatoia» che, però, «pone l’aereo ad un’altezza incompatibile con l’atterraggio».



I DUE ERRORI DEL COMANDANTE LICENZIATO DA EASYJET

Quando l’aereo si trovava a 20 chilometri dallo scalo, l’atterraggio in sicurezza non era più possibile perché, stando al racconto di un testimone, «era a circa 90 nodi (167 chilometri orari, ndr), troppo veloce ed era anche troppo alto, 800 piedi (243 metri, ndr) in più di quanto avrebbe dovuto». Quindi, la discesa non avveniva nei tempi giusti anche a causa del vento, ma l’equipaggio anziché correggere la traiettoria prosegue la discesa. Il comandante e il primo ufficiale, stando a quanto ricostruito dal Corriere, «dimostrano di non avere il controllo esatto dell’aeroplano». Tre comandanti di Airbus A320 al giornale spiegano che avrebbero dovuto rimandare la discesa, allontanarsi dallo scalo e riprovare successivamente l’atterraggio.



Il primo ufficiale del volo easyJet Milano-Olbia e il comandante concordano di sorvolare la pista «e di effettuare una manovra a vista di tipo circolare — di forma simile ad un ippodromo — per posizionare l’aereo in modo adatto all’atterraggio», ma a questo punto arriva il secondo errore. Anziché proseguire verso il mare di fronte a loro, considerato il percorso più sicuro, effettuavo «una curva per allontanarsi dalla pista dirigendosi verso le alture», dove si trovano colline di 1.400-1.500 metri. Lo stesso primo ufficiale ammette che tale manovra è «rischiosa» e «inidonea allo scopo» a causa del forte vento e della «traiettoria circolare troppo corta».

SCELTE SBAGLIATE E RISCHIOSE DEL COMANDANTE

Servirebbe un’altra manovra, quindi alla cloche si sistema il comandante che comunica la “riattaccata“, una mossa che, secondo quanto stabilito dalla Cassazione, «espone l’equipaggio al rischio di perdita di controllo dell’aeromobile, sebbene in quel caso non vi fosse altra scelta». L’aereo poi atterra senza problemi e senza che i passeggeri si accorgano di nulla. Quanto accaduto, per i giudici, è «diretta responsabilità» del comandante, non solo perché non ha tempestivamente ripristinato le condizioni di sicurezza del volo, ma anche perché ha condiviso e concorso ad adottare scelte sbagliate e rischiose. Questa condotta ha posto «a repentaglio l’incolumità dei passeggeri e dell’equipaggio» e causato «l’irreparabile lesione del vincolo fiduciario necessariamente sotteso alla funzione rilevante e delicata come quella del comandante e quindi integra la giusta causa di licenziamento».

Uno dei piloti consultati dal Corriere spiega che in questi casi la società impone un “retraining“, un ulteriore addestramento al simulatore di volo, in alternativa si procede col demansionamento da comandante a primo ufficiale. Anche su questo ha costruito il ricorso in Cassazione il comandante licenziato, invece il primo ufficiale è stato sanzionato. L’esperto, però, sottolinea di non essere sorpreso dalla decisione di easyJet perché «è una delle compagnie con i requisiti di sicurezza più rigidi e per questo tra le meno disposte a tollerare atteggiamenti».