Non è passata inosservata la domanda del professor Enzo Soresi a Repubblica. È comparsa in data 5 aprile 2021 tra le lettere a Francesco Merlo. “Caro Merlo, sono un medico ottuagenario scampato al Covid e mi chiedo, vista l’ecatombe di pensionati: quanto se ne avvantaggerà l’Inps?”, questa la domanda posta dal primario emerito Ca’ Granda di Milano. La replica del giornalista è stata secca e al tempo stesso diretta: “11,9 miliardi nei prossimi dieci anni”. Poi il giornalista ha fatto una citazione partenopea: “O sparagno nun è guaragno”. Una domanda che ha destato stupore tra i lettori. Enzo Soresi, 83 anni, si contagiò durante la prima ondata.



Il contagio arriva all’improvviso il 24 marzo, un pomeriggio comincio a sentire brividi di freddo, la febbre che sale di ora in ora, fino a 38.5. Ho pensato: eccolo”, raccontò in un’intervista a Il Giorno nei mesi scorsi. Dopo sei giorni di cure a casa dovette rassegnarsi al ricovero all’ospedale San Gerardo, quindi da medico diventò paziente. Poi è guarito e ha raccontato la sua esperienza.



ENZO SORESI SU MORTI COVID “INELUTTABILI”

Enzo Soresi

nel 1968 affrontò, in qualità di assistente in anatomia patologica presso l’ospedale Niguarda, l’epidemia dell’influenza denominata “Hong Kong” che fece circa 20mila morti. Durante la prima ondata fu molto critico riguardo la preparazione dell’Italia nell’affrontare l’epidemia: “Il numero insufficiente dei letti di rianimazione sta portando ad una apparente morte per inadeguata assistenza sanitaria e quindi emotivamente, si suppone, che un nostro congiunto che poteva essere salvato muore per colpa di una mancata assistenza per mancanza di letti in unità intensive respiratorie”, disse a Neurobioblog.



D’altra parte evidenziò che la maggior parte dei morti erano affetti da patologie multiple e che la polmonite interstiziale di natura virale non è semplice da guarire. “Con il senno di poi, se i letti della rianimazione fossero stati adeguati, la morte, comunque ineluttabile, sarebbe stata accettata con più rassegnazione così come avvenne nel ’68”.