Che l’inquinamento possa essere tra i principali fattori di rischio di malattie respiratorie non è una novità. Ora però emergerebbe anche un legame con l’aumento di casi di aritmie cardiache nei soggetti maggiormente esposti all’inquinamento atmosferico. A dirlo è uno studio, reso noto dal quotidiano The Guardian, effettuato su un vasto campione di ricoveri ospedalieri. Finora non esistevano evidenze scientifiche al riguardo. Il recente studio invece, pubblicato sulla rivista Canadian Medical Association Journal, ha riscontrato un chiaro legame tra smog e malattie cardiache. Le verifiche sono state condotte su 322 città cinesi e su 200 mila ricoveri ospedalieri in Cina.



“Abbiamo scoperto che l’esposizione acuta all’inquinamento atmosferico era associata ad un aumentato rischio di aritmia sintomatica”, ha detto il dottor Renjie Chen della Fudan University di Shanghai. “I rischi si sono verificati durante le prime ore dopo l’esposizione e potrebbero persistere per 24 ore”.



Rischi legati all’inquinamento sulle malattie cardiache

Lo studio ha riscontrato come all’aumentare dell’esposizione all’inquinamento aumentino i rischi cardiaci, a prescindere dall’età anagrafica. La ricerca è infatti stata condotta anche su adolescenti sani, sui quali però, a seguito del contatto con particolato fine, hanno avuto problemi al cuore. Tra le problematiche più frequenti sono stati riscontrati fibrillazione atriale, flutter atriale, battiti prematuri e tachicardia sopraventricolare.

E l’elemento inquinante maggiormente rivelatosi causa scatenante di tutte le 4 forme di aritmie cardiache è stato il biossido di azoto (NO2). L’impatto esatto dell’inquinamento atmosferico non è chiaro, ma esistono alcune prove che provoca stress ossidativo e infiammazione, che possono influenzare l’attività elettrica del cuore. “Sebbene i meccanismi esatti non siano ancora completamente compresi, l’associazione tra inquinamento atmosferico e insorgenza acuta di aritmia che abbiamo osservato è biologicamente plausibile”, hanno scritto gli autori.