Tra le pagine sicuramente più dure dell’occupazione nazista di Roma rientra sicuramente – probabilmente al primissimo posto – l’eccidio delle Fosse Ardeatine compiuto il 24 marzo del 1944 su ordine degli alti vertici del Terzo Reich come rappresaglia per un attentato compiuto dai partigiani nei complesso periodo successo all’armistizio di Cassibile: questa sera il tema sarà indirettamente protagonista del documentario ‘La verità del male – Il processo Priebke‘ che si concentrerà in particolare sulla figura del Capitano delle SS Erich Priebke che prese personalmente parte all’eccidio delle Fosse Ardeatine stilando l’elenco dei condannati a morte e giustiziandone una parte nei lunghissimi turni di esecuzioni.
Per capire bene cosa sia stato l’eccidio delle Fosse Ardeatine occorre ricordare che dopo l’armistizio le truppe tedesce di Hitler presero de-facto il controllo di Roma, sotto la guida militare del rigido e spietato ufficiale Herbert Kappler: il 23 marzo del 1944 i partigiani del Gruppo di Azione Patriottica condussero un attentato contro l’undicesima compagnia tedesca che si trovava in via Rasella a Roma, nascondendo 18 kg di esplosivo in un cassone della spazzatura che uccisero 33 soldati tedeschi.
Eccidio delle Fosse Ardeatine, cos’è successo: 335 prigionieri giustiziati delle truppe tedesche
L’ira dei vertici del Terzo Reich per l’attentato fu – ovviamente – immediata e durante tutta quella giornata Priebke stilò un lunghissimo elenco di nomi: si trattava di 330 persone – 10 per ogni soldato rimasto ucciso nell’attentato, anche se poi in realtà furono poi 335 per un errore di calcolo – che presto sarebbero diventate vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine che prese il nome delle cave alle porte di Roma in cui vennero condotti i condannati a morte.
Una volta che i prigionieri giunsero alle cave prese il via il vero e proprio eccidio delle Fosse Ardeatine: in gruppi da cinque vennero condotti all’interno delle Fosse dove trovarono ad attenderli un manipolo di soldati con l’ordine di ucciderli tutti il più rapidamente possibile con un singolo colpo di fucile alla testa; e nonostante le cose si fecero più complesse dei programmi – tanto che ad un certo punto condannati e soldati furono costretti a calpestare i corpi di coloro che erano già stati giustiziati a causa del poco spazio rimasto nella cava -, alla fine Kappler diede l’ordine di far esplodere l’ingresso del cunicolo per occultare l’eccidio delle Fosse Ardeatine.