Dopo l’Ecdc, il centro europeo per il controllo delle malattie, anche l’Ema si unisce al coro “contro” la terza dose di vaccino covid. Poco fa, l’agenzia europea del farmaco ha infatti fatto chiarezza in merito alla somministrazione di un’altra dose di vaccino, quello che negli Stati Uniti viene chiamato “booster”, e a riguardo ha fatto chiaramente capire come non vi sia urgenza: “Sulla base delle prove attuali, non è urgente la somministrazione di dosi di richiamo dei vaccini Covid-19 alle persone già completamente vaccinate nella popolazione generale”.
La precisazione è firmata anche dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, in una nota congiunta a seguito di un rapporto tecnico che è stato pubblicato ieri dallo stesso Ecdc, e in cui viene rilevato come sia necessaria una dose di richiamo per “le persone con un sistema immunitario gravemente indebolito”. La somministrazione della terza dose di vaccino potrebbe scattare nel Belpaese dal mese prossimo, cominciando appunto dai più fragili. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ECDC: “TERZE DOSI NON URGENTI, MA SÌ RICHIAMI A IMMUNODEPRESSI. UTILE DISTINGUERE”
La somministrazione di massa delle terze dosi del vaccino contro il Covid-19 non è urgente, ma è necessario proteggere al più presto i soggetti immunodepressi, i quali potrebbero non avere più alcuna immunità. È questo il parere dell’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, che, in base a quanto ricostruisce l’Adnkronos, ha pubblicato un rapporto tecnico sul tema.
“Sulla base delle evidenze attuali”, si legge nel documento, “non è urgente la somministrazione di dosi di richiamo a individui completamente vaccinati nella popolazione generale”. Allo stesso tempo, tuttavia, “dovrebbero già essere prese in considerazione dosi aggiuntive per le persone con un sistema immunitario gravemente indebolito, come parte della loro vaccinazione primaria, se non raggiungono un livello adeguato di protezione con la vaccinazione primaria standard”.
Ecdc: “Terze dosi non urgenti, ma sì richiami a immunodepressi”. Il rapporto tecnico
Il rapporto dell’Ecdc ritiene dunque indispensabile una distinzione tra coloro che potrebbero ancora avere gli anticorpi del Covid-19 e coloro che, invece, avendo un sistema immunitario molto debole, sono fortemente a rischio. In primis, dunque, ad avere diritto al richiamo dovrebbero essere gli immunocompromessi, come trapiantati d’organo e malati di cancro. Inoltre, si legge ancora nel documento, “si potrebbe anche prendere in considerazione la possibilità di fornire una dose aggiuntiva, come misura precauzionale, agli anziani fragili, in particolare a quelli che vivono in ambienti chiusi come i residenti delle strutture di assistenza a lungo termine”.
La decisione finale in merito alla somministrazione delle terze dosi, ad ogni modo, spetterà all’Agenzia europea del farmaco Ema, che sta ancora analizzando i relativi dati. In Francia, intanto, i richiami sono già stati avviati. “Consigliare l’approccio da adottare concretamente”, ha concluso l’Ecdc, “rimane prerogativa dei gruppi consultivi tecnici nazionali sull’immunizzazione (Nitag), che guidano le campagne di vaccinazione nei vari stati membri dell’Unione europea”.