Gli eco-terroristi che nelle scorse settimane hanno bloccato il traffico sul GRA (ovvero il Grande raccordo anulare) di Roma dovranno presentarsi presto a processo con l’accusa di interruzione di pubblico servizio. È l’esito a cui è giunta la Procura romana che ha recentemente chiuso le indagini per i blocchi stradali organizzati da Ultima Generazione, disponendo l’apertura di un processo per gli attivisti che, protestando contro le politiche di contenimento della crisi climatica, hanno interrotto la circolazione su una delle arterie più trafficate di Roma, causando danni anche importanti ai lavoratori. Si tratta, però, solamente dell’ultima pagina di un ampia indagine contro gli eco-terroristi che ha già portato a diverse incriminazioni, in larga parte per il pagamento di un’ammenda.



Cosa rischiano gli eco-terroristi e la beffa di Ultima Generazione

Insomma, ben presto gli eco-terroristi dovranno presentarsi in tribunale per rispondere alle accuse mosse a loro carico per il blocco intenzionale e prolungato del GRA di Roma. Secondo il fascicolo aperto dalla Procura romana, con le indagini condotte dal PM Francesco Minisci, sono più di 10 gli attivisti di Ultima Generazione che dovranno difendersi davanti al giudice. Per l’accusa di interruzione di pubblico servizio la pena prevista va dai sei mesi all’anno di reclusione, più un’ammenda non inferiore a 516 euro per ognuno di loro.



Pena simile a quella impartita agli eco-terroristi che ad aprile avevano danneggiato della vetrina dell’Eni Store di via degli Ammiragli a Roma, rotta con martelli e scalpelli, i quali dovranno pagare una multa di 600 euro a testa. Commentando proprio questa sentenza, i vertici di Ultima Generazione di sono detti soddisfatti, sottolineando che “per noi l’esito, di per sé, è buono. Avevamo tre capi d’imputazione e siamo stati condannati solo per uno”. Commentando le azioni degli eco-terroristi, hanno anche sottolineato che “non è un processo a noi. Questa è una lotta e per noi è importante quello che sta venendo fuori. È importante parlare degli effetti devastanti che certe politiche hanno prodotto, con pseudo scienza e schifezze”.

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