Stamattina negli studi di Uno Mattina si è parlato di una nuova ansia, precisamente l’Ecoansia, ovvero quella derivante dai possibili disastri ambientali. Un “sentimento” che è aumentato a dismisura negli ultimi anni e che ha accompagnato i vari disastri appunto che si sono verificati in tutto il mondo fra inondazioni, valanghe (come quelle recenti in Valle d’Aosta), ma anche clima torrido, siccità, tornado ed eruzioni vulcaniche, tutti eventi che possono creare ansia, anche nei più giovani. A parlarne negli studi di Uno Mattina in diretta su Rai Uno è stata la professoressa Malucelli, che ha spiegato: “Ecoansia è un termine nuovo della psicologia clinica che sta ad indicare un profondo disagio che proviamo al pensiero di eventi catastrofici che possono accadere, il 72 per cento è affetto in Italia, un dato altissimo che coinvolge anche i ragazzi”.
E ancora: “Noi l’abbiamo chiama “nastalgia”, la paura di non poter avere il futuro per via di un possibile disastro ambientale”. Ma come si viene a creare questa Ecoansia? “Vengono meno dei punti di riferimento, abitudini e rituali non ossessibi con cui abbiamo accompagnato la nostra vita, l’autunno che finisce, l’inverno che inizia… un paziente pochi giorni fa mi ha detto che non si è accorto dell’inizio dell’inverno, che non sa più come vestirsi. Tutto questo ci toglie questa sicurezza naturale”.
ECOANSIA, 72% DEGLI ITALIANI NE SOFFRE: COME DIFENDERCI?
Come possiamo quindi difenderci da tutto questo? “Prima di tutto bisogna parlarne, dobbiamo fare della comunicazione il nostro mezzo di equilibrio, la solitudine non ci deve appartenere anche se è un passo di autonomia, quando ci sono situazioni esterne pericolose come ad esempio una valanga, che noi non possiamo cambiare, ne dobbiamo parlare. Dopo di che dobbiamo cominciare a pensare come noi nel privato possiamo cominciare ad occuparci del nostro ambiente e del nostro mondo, questo diventa un messaggio per i bimbi, ragazzi e giovani e soprattutto ci tiene occupata la testa”.