Raggiunto l’accordo in Commissione Europea per l’approvazione del nuovo regolamento sull’ecodesign, per una commercio più sostenibile. Una serie di provvedimenti che mirano a migliorare tutti i requisiti ambientali dei prodotti venduti sul mercato europeo. Tra questi ci saranno: elettrodomestici, mobili, capi di abbigliamento e dispositivi elettronici. Dovranno essere dotati di un passaporto digitale che ne indicherà la durata e ne certificherà la compatibilità e l’assenza di sostanze chimiche dannose. Il pacchetto di norme si inserisce nell’ambito più ampio dell’efficienza energetica già applicato ai soli prodotti connessi con l’uso dell’elettricità, come ad esempio l’etichettatura che indica il consumo.



Ora invece a dover presentare specifiche caratteristiche fin dal processo industriale produttivo saranno molte altre categorie. Con la nuova etichettatura le autorità saranno agevolate nel controllo, ma anche i consumatori finali potranno avere più consapevolezza su ciò che stanno acquistando. Per agevolare il riuso ed il riciclaggio inoltre viene introdotto il divieto di distruzione degli invenduti, in molti settori ma che specialmente coinvolgerà abbigliamento e calzature.



Il nuovo divieto di distruzione capi di abbigliamento e calzature che non vengono venduti

Il nuovo regolamento europeo in materia di ecodesign e compatibilità ambientale dei prodotti ha stabilito un preciso iter per quanto riguarda i prodotti del settore tessile che restano invenduti. Per incentivare le pratiche di riuso e riciclo, sarà vietato distruggerli. Ma la legge verrà applicata inizialmente soltanto ad abbigliamento e calzature. Successivamente, come scrive la Commissione, si potranno inserire altre categorie. Però fino a quel momento, per le industrie non coinvolte nella produzione di moda, ci sarà un obbligo di comunicare alla Commissione, quali e quanti prodotti andranno distrutti.



L’entrata in vigore di questa nuova pratica è stata stabilita per i due anni successivi all’avvio del regolamento. Che dovrebbe partire già a gennaio 2024. Le industrie di medie dimensioni potranno godere di un’esenzione di due anni, mentre ne saranno completamente esentate quelle di piccole dimensioni.