Nell’area dell’euro il costo del denaro resta inchiodato al 4,25%. Come atteso da analisti e mercati, così ha deciso il Consiglio direttivo della Bce, durante la riunione che si è tenuta oggi a Francoforte, a dispetto di un ulteriore peggioramento delle prospettive per l’economia dell’area, dove aumentano i rischi di stagnazione o perfino recessione. A settembre l’inflazione ha fornito una prima conferma sulla prevista tendenza al rallentamento, ma al 3,6% su base annua la crescita dei prezzi al consumo resta ben lontana dai livelli obiettivo perseguiti dalla politica monetaria.
Così il tasso minimo di offerta applicato alle operazioni di rifinanziamento resta al 4,25%, mentre il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale e quello sui depositi presso la Banca centrale rimarranno, rispettivamente, al 5,25% e al 3,25%.
La decisione sui tassi interviene mentre la Bce, come le altre maggiori Banche centrali mondiali, resta fortemente impegnata a garantire ampie liquidità supplementari ai mercati interbancari. Si cerca così di alleviare le forti tensioni che si sono sviluppate con gli allarmi per la ridda di fallimenti e dissesti di grandi istituzioni finanziarie americane, e alcune europee, che hanno generato una nuova fase di crolli e accentuata volatilità delle Borse.
Secondo alcuni osservatori, l’istituzione monetaria potrebbe ora modificare i toni dei suoi messaggi e la sua valutazione del quadro dell’economia, fattori che determinano le attese dei mercati sulle sue mosse future, per acquistare maggiori margini di manovra e prepararsi prudentemente a qualsiasi eventualità. Sarà quindi con la massima attenzione che analisti e operatori di mercato seguiranno la consueta conferenza stampa esplicativa del presidente Jean-Claude Trichet, alle 14:30 italiane.
Solo tre mesi fa la Bce aveva alzato i tassi, tra rischi inflazionistici al galoppo mentre l’economia reale sembrava aver tutto sommato retto alla tensione delle Borse. Ma con il passare delle settimane la situazione è mutata, l’economia ha iniziato a perdere colpi in maniera più evidente e gli allarmi caro vita si sono in parte attenuati. Gli ultimi crolli delle Borse hanno ulteriormente compromesso il clima di fiducia e rafforzato i timori di ricadute negative sulla crescita economica.