Unicredit archivia il terzo trimestre con un utile netto di 551 milioni, dimezzato (-54,2%) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ma superiore alle stime degli analisti, che si fermavano intorno ai 400 milioni.

E Piazza Affari premia il titolo spingendolo in rialzo del 4,78% a metà giornata, mentre l’amministratore delegato Alessandro Profumo, a due giorni dall’assemblea sull’aumento di capitale da 3 miliardi (parte della manovra da 6,6 miliardi varata ai primi di ottobre), esclude di dover «ricorrere di



Nuovo al mercato» per rafforzarsi ancora a livello patrimoniale e aspetta piuttosto di valutare le misure del governo a favore delle banche.

Resta confermato l’obiettivo di un Core tier 1 al 6,7% per fine anno, legato anche alla gà annunciata operazione sugli immobili in un mercato diventato difficile per le dismissioni, ha sottolineato Profumo, illustrando agli analisti la trimestrale in conference call.



Il banchiere si è detto comunque pronto a valutare, «nell’interesse degli azionisti», non solo in Italia ma anche negli altri Paesi dove il gruppo è

Presente, le misure statali a favore del credito.

Per l’Italia, «quanto a informazioni siamo tutti alla pari. Posso confermare

Quanto ha già detto Passera», si e’ limitato a osservare l’amministratore delegato di Unicredit rinviando alle parole del numero uno di Intesa Sanpaolo che aveva detto di aspettarsi prestiti subordinati, non diluitivi del capitale.

Tornando ai conti, questi hanno beneficiato delle modifiche contabili che permettono di non adeguare gli asset ai valori di mercato con un impatto positivo di 856 milioni sull’utile prima delle imposte, che si è assestato a 1.116 milioni(-46,7%) nel terzo trimestre, dopo aver spesato un impatto della crisi dei mercati finanziari per 1,3 miliardi.



Le rettifiche nette su crediti e accantonamenti per garanzie e impegni sono state pari a 693 milioni (+12,5%) ai quali si aggiungono 365 milioni legati agli squilibri creati della crisi in settembre, principalmente dovuti alle banche islandesi che hanno pesano per 252 milioni.

Il risultato di gestione ha segnato un calo nel trimestre dell’8% a 2.589 milioni grazie anche al retail (+8,5%) soprattutto in Italia (+14,8%), dove nei nove mesi al 30 settembre sono stati aperti 140 mila nuovi conti correnti. Il

Margine di intermediazione si è attestato a 6.746 milioni (-1,5%), quello di interesse a 4.911 milioni (+18,4%) mentre le commissioni nette hanno segnato un calo del 13,1% a 2.201 milioni.

In profondo rosso la controllata tedesca Hvb, con una perdita netta trimestrale di 285 milioni (contro 83 milioni di utile nello stesso periodo 2007) dopo svalutazioni salite a fine settembre a 617 milioni. Per il Centro ed Est Europa le prospettive sono di «un significativo rallentamento ma non di recessione», ha sottolineato Profumo, che ha indicando che «il budget sarà conservativo». Impossibile – ha aggiunto il banchiere – fare previsioni, anche se «siamo pienamente convinti che un modello come il nostro, basato su una rete e un marchio commerciale forti, sarà vincente nel futuro».