L’Alitalia «è morta di grandeur» «nella mia relazione sulle cause dell’insolvenza dico chiaramente che l’azienda ha sperperato: non è un mistero che ci sono cinque procuratori della Repubblica al lavoro nei nostri uffici e la Corte dei Conti che indaga».
A spiegare così le ragioni del fallimento di Alitalia è il commissario straordinario della Compagnia, Augusto Fantozzi in una intervista a tutto campo rilasciata al settimana Espresso domani in edicola nella quale spiega come saranno pagati i creditori e che, «in realtà le prenotazioni, dopo il crollo di ottobre-novembre, sono in netta ripresa».
«Alitalia è morta di grandeur, non per il mio taglio dei voli – afferma Fantozzi – perché si è voluta mantenere in piedi una struttura troppo ampia rispetto alle sue possibilità di produrre reddito. Si è detto che a Colaninno ho dato la polpa, ma anche lui avrà il problema di riempire gli aerei…». Fantozzi spiega anche cosa intende per grandeur. «Semplice. Alitalia pagava tutto il triplo». Così mandava «tre macchine per prendere l’equipaggio, perché se la prima buca e la seconda rompe il motore… era uno spreco». In questo contesto anche il carburante «certamente era pagato troppo».
Il commissario di Alitalia non nasconde le difficoltà incontrate nel vendere la compagnia nel quale i sindacati hanno seguito «una dialettica sindacalese; un balletto tra di loro su chi firmava e chi no». I piloti poi – sostiene Fantozzi – «hanno fatto un grande errore. La disponibilità a riconoscere la loro professionalità c’era. Ma loro hanno preferito la guerra per il potere in azienda, lo scontro per comandare piuttosto che convincere della loro indispensabilità. L’Anpac ha frantumato se stessa».
Fantozzi affronta anche il nodo dei debiti della bad company rimasta a capo dello Stato e quindi dell’erario pubblico. «Gli attivi non basteranno a pagare tutti i passivi – spiega – In totale ci sono 3,2 miliardi di passività, e gli asset di Alitalia non sono tantissimi. Oltre a quello che incassiamo da Cai, c’è quello che incasserò da cargo, manutenzione, i call center Alicos…Stimiamo possano valere tra i 500-700 milioni di euro. Poi abbiamo un terreno a Fiumicino e cinque o sei appartamenti in giro per il mondo».
Ad essere saldati per primi saranno coloro che «hanno continuato a rendere servizi durante il commissariamento. Dopo il 29 agosto saranno pagati tutti. Prima, saranno pagati secondo riparto». Per gli azionisti di Alitalia, invece, «il Tesoro ha promesso un indennizzo attingendo al fondo dei conti correnti dormienti. Dipenderà da Tremonti in che misura vorrà soddisfarli». Gli obbligazionisti, poi, saranno trattati come gli azioni «anche se in verità dovrebbero essere più tutelati».
Fantozzi spiega anche la differenza di pagamento di Cai verso Alitalia (237 milioni) e AirOne (300 milioni). «AirOne ha più aerei e più buoni dei nostri. La parte di punta della flotta futura è quella di AirOne. Io ho da vendere novanta MD80, che valgono poco: ho appena fatto il bando».
Il commissario accenna anche al suo compenso, che dovrebbe arrivare alla fine della procedura di liquidazione della bad company che potrebbe richiedere anche sei-sette anni. «Spero che una parte arrivi prima – afferma – Io il lavoro lo sto facendo. Non sono né esoso né avido. Ma non sono fesso e non ho intenzione di lavorare gratis». Sarà di 15 milioni di euro? «Potrebbe essere quella cifra ma anche meno – afferma Fantozzi – È un calcolo in percentuale sulla massa dell’attivo, del passivo e del recuperato. Ma Palazzo Chigi non ha ancora emanato il decreto per stabilire la percentuale che mi spetta».