Roma – L’isae, l’istituto di studi e analisi economica, ha pubblicato oggi il rapporto annuale contenente le previsioni sul Pil per il 2008. La crescita italiana, secondo l’istituto, si fermerà quest’anno a +0,5%, rispetto all’1,4% stimato ad ottobre. Le nuove previsioni sono più o meno in linea con le stime governative che per quest’anno vedono una crescita allo 0,6%. Per il 2009 l’Isae stima invece una crescita dell’1,2%, in linea con le previsioni dell’Esecutivo. L’inflazione dovrebbe attestarsi invece per l’anno in corso al 2,9%, 1,1 punti percentuali in più rispetto al risultato nel 2007, toccando così il vertice del ritmo di incremento dal 1996. L’anno successivo l’inflazione rallenterebbe al 2,1%. Il differenziale rispetto alla media delle zona euro si manterrebbe nullo sia nel 2008 che nel 2009. «Le tensioni nei prezzi delle materie prime (energetiche ed alimentari) – spiega l’istituto – continueranno a condizionare gli sviluppi inflazionistici nella prima parte del 2008. Tali pressioni potrebbero attenuarsi dalla primavera a riflesso di un graduale rientro delle quotazioni all’origine e del mantenimento del cambio dell’euro nei confronti del dollaro su livelli elevati. Il trasferimento delle minori spinte internazionali sui prezzi interni dovrebbe tuttavia – precisa l’Isae – avvenire in maniera graduale, concretizzandosi soprattutto nell’ultima parte dell’anno».
Lavoro – Proseguirebbe poi l’evoluzione favorevole che ha contraddistinto negli ultimi anni il mercato del lavoro: «l’occupazione – spiega l’istituto – dovrebbe rallentare il ritmo di crescita quest’anno, in conseguenza della frenata dell’attività produttiva per poi tornare a rafforzarsi a un buon ritmo nel 2009. Il tasso di disoccupazione diminuirebbe ulteriormente portandosi su livelli del 5,5% nel 2009 dal 5,9% nel 2008, una percentuale storicamente bassa, non distante da quella che contraddistingue strutturalmente i mercati del lavoro anglosassoni».
Petrolio – Diverso il discorso per quanto riguarda il pertrolio, il cui prezzo continuerà a collocarsi sopra i 90 dollari al barile nel 2009, dopo un livello di poco inferiore ai 100 dollari nella media del 2008: «Le ipotesi sul greggio – sottolinea l’istituto – incorporano la possibilità che lo squilibrio indotto dalla domanda dei ‘nuovi’ consumatori abbia prodotto una modifica negli equilibri di mercato destinata a riverberarsi per un certo tempo sulle quotazioni».
Dollaro – Sul dollaro invece l’Isae, tenendo conto delle tendenze al deprezzamento, suppone che queste «si esplichino con maggiore gradualità rispetto a quanto farebbero pensare le brusche oscillazioni degli ultimi tempi». Sulla base dell’evoluzione ciclica attesa negli Stati Uniti e in Europa e delle assunzioni sulle rispettive politiche monetarie, l’Isae prevede che «dopo un’accentuata volatilità nel corso del 2008, con episodi di ulteriore indebolimento che portano il dollaro a toccare nuovi picchi storici di svalutazione, nel corso del 2009 ci siano le premesse per un apprezzamento del biglietto verde nei confronti dell’euro».
Fiducia – Continua a peggiorare il clima di fiducia dei consumatori. A pesare sia la situazione del ciclo economico sia la crisi politica. Ad affermarlo il presidente dell’Isae, Alberto Majocchi, a margine della presentazione del rapporto, anticipando il risultato della prossima inchiesta in pubblicazione venerdì.