Quella che si sta combattendo su Malpensa e l’Alitalia è l’ultima battaglia di una guerra cominciata almeno 25 anni fa dalle compagnie aeree straniere, Lufthansa e Air France in testa. Da allora, quando si incominciò a parlare di un nuovo scalo aereo milanese, tutti i grandi vettori non italiani portano avanti con ogni mezzo lecito una lotta per cercare, prima, di non far posare la prima pietra e poi, quando nel 1991 fu dato il via ai lavori, per tentare di far fallire l’iniziativa della Sea. In gioco c’era, e c’è, un mercato potenziale, quello del Nord Italia, che non solo era ed è numericamente importante, ma era, e rimane, qualitativamente composto per una parte consistente da clientela business che assicura margini di guadagno elevati. Un aeroporto efficiente e capace di attrarre passeggeri provenienti da una macroregione che va dal Piemonte al Friuli avrebbe privato di una buona fetta di ricavi gli scali e le compagnie che avevano e hanno il proprio scalo di riferimento nel centro Europa.



La guerra è stata lunga, ma non difficile visto che i grandi vettori stranieri hanno avuto pochi nemici e alleati insospettabili come l’Alitalia, gli enti locali e una parte delle istituzioni. I vertici della compagnia di bandiera nazionale, dopo aver salutato l’arrivo di Malpensa come la soluzione di tutti i suoi mali, sono rimasti sempre in mezzo al guado senza mai scegliere davvero tra Roma e Milano come scalo hub e non hanno mai fatto fare ad Alitalia quel salto di qualità indispensabile per soddisfare davvero la clientela business. Le istituzioni locali e nazionali sono andate lentamente e in ordine sparso con il risultato che ancora oggi si attende un collegamento stradale efficiente con Torino e lo scalo di Malpensa non è inserito nella rete dei trasporti ferroviari nazionali.



Ora le compagnie straniere e in particolare Air France stanno giocando l’ultima partita senza più il rischio di perdere. In ogni caso, passeranno anni prima che qualcuno possa fargli davvero concorrenza nel Nord Italia. E da Milano per andare in altri continenti si dovrà per forza cambiare aereo a Francoforte, a Monaco, a Parigi o a Madrid. L’offerta della compagnia di bandiera francese poi è un esempio di una strategia che sarebbe piaciuta a Machiavelli. Le sue condizioni sono talmente draconiane da sembrare fatte per non essere accettate. Se così fosse Alitalia probabilmente fallirà. Se invece il governo dovesse chinare la testa Air France si ritroverà con un buon materiale aziendale su cui lavorare. In ogni caso l’ultima battaglia si giocherà sugli slot che Alitalia lascerà liberi a Malpensa. Air France sembra voglia impedire che nei prossimi anni qualche altra compagnia possa fare dello scalo milanese il proprio aeroporto hub. Se dovesse riuscirci stravincerebbe.
 

(Foto: Ansa)

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