Quello che succederà ora per Alitalia, dopo il prestito concesso ieri dal Governo «è una due diligence che durerà 4-5 settimane al termine delle quali la compagine che si metterà insieme farà un’offerta impegnativa». Lo ha detto intervenendo a Radio Spazio Silvio Berlusconi che ha poi aggiunto che il salvataggio della compagnia di bandiera «passerà attraverso dolorose riduzioni di personale» che avranno però «la debita assistenza grazie ai mezzi che lo Stato ha per chi perde il lavoro».
Il leader del Pdl e respinge anche con decisione le accuse rivoltegli per il ritiro dell’offerta di Air France. «La trattativa si è chiusa – ha scandito Berlusconi – si è chiusa perché il governo ha rifiutato le condizioni imperative dei francesi, tra le quali il prezzo non congruo, e l’obbligo di rinunciare al trasporto di merci che avrebbe dovuto passare obbligatoriamente da Parigi». Ma il motivo principale della “fuga” di Air France, Berlusconi lo vede nel «fermo no dei sindacati».
I sindacati non ci stanno – «Se Berlusconi ha detto che il fallimento della trattativa con Air France è colpa dei sindacati è una barzelletta. Sanno tutti che lui era contrario alla trattativa con i francesi e che Spinetta se ne è andato per questo motivo». Così il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, risponde alle affermazioni del presidente del Consiglio. «Noi abbiamo trattato – ha sottolineato Bonanni – come tratteremo ancora, nell’interesse generale e del Paese».
Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil ribatte al Cavaliere dicendo: «Assistiamo a uno scarico di responsabilità che non fa onore a questo Paese». Per Epifani, «il sindacato sa benissimo che un piano di rilancio dovrà essere accompagnato da sacrifici, ma che dovranno essere funzionali allo sviluppo dell’azienda e non decisi di per sé, senza motivazioni».
Prestito ponte – Il consiglio dei ministri ha dato l’ok al decreto per la concessione di un prestito ponte ad Alitalia da 300 milioni di euro. La data del rimborso dovrebbe essere confermata entro il 31 dicembre 2008. Nel provvedimento entrato in consiglio dei ministri le risorse previste erano di 100 milioni di euro. Secondo il Presidente del Consiglio Romano Prodi, l’importo del finanziamento è stato elevato su richiesta di Silvio Berlusconi. «L’onorevole Berlusconi mi ha chiesto di provvedere a un prestito più sostanzioso di quello che noi avevamo prospettato, proprio per avere il tempo di strutturare e di organizzare eventuali soluzioni alternative a questo problema, vista la rinuncia di Air France», ha detto Romano Prodi, nella conferenza stampa al termine de Consiglio dei Ministri.
Prodi non si è poi lasciato andare a critiche esplicite, attribuendo le responsabilità per il ritiro di Air France-KLM. «Le eccessive interferenze su questo argomento durante la campagne elettorale, e le numerose difficoltà frapposte dai sindacati sono alla base» della decisione di Air France di ritirare l’offerta. Una critica rafforzata e condivisa dal Ministro del Tesoro Tommaso Padoa Schioppa. La soluzione Air France è stata fatta tramontare da Berlusconi, ha detto il ministro precisando che le risorse per il prestito ponte di Alitalia sono «a valere da fondi del ministero delle Sviluppo Economico».
La posizione dell’Ue – Anche se tutti i membri del governo lo hanno definito più volte «prestito d’emergenza», non è detto che l’Unione europea non abbia qualcosa da ridire. Magari sospettando che si sia trattato di aiuti di Stato. Una prima valutazione, secondo le notizie giunte da Bruxelles, che ha chiesto al governo italiano di notificargli al più presto il provvedimento, potrebbe arrivare già domani.
I commenti politici – Walter Veltroni, mentre il Consiglio dei ministri era riunito, si è detto favorevole al prestito. Dagli studi di Porta a porta, Gianfranco Fini ha sottolineato che «è inevitabile che, se si trova un compratore, ci sarà un ridimensionamento del personale perché l’alternativa non è di avere tre-quattromila esuberi, ma 18 mila persone in mezzo alla strada». Mentre poco prima del varo del decreto Berluscono si era espresso attraverso il suo portavoce, Paolo Bonaiuti: «L’abbandono della trattativa su Alitalia da parte di Air France è la logica conclusione di una vicenda nata male e condotta ancora peggio. Auspichiamo che il governo assicuri risorse idonee e congrue che consentano la realizzazione di ipotesi alternative».
La dichiarazione di Passera – L’ad di Intesa-San Paolo si è espresso sulla vicenda: «Su Alitalia c’è stato molto disordine informativo. La nostra posizione è ben nota: noi ci siamo impegnati per mesi per mettere a punto un progetto molto serio di sviluppo di Alitalia. Da mesi non sappiamo quale sia la situazione della compagnia, senza avere informazioni su questo non è possibile dare una risposta a chi ci domanda se entreremo o no in una eventuale cordata».